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Certificati sportivi, troppa confusione. Fimmg, occorre circolare

Medicina Generale Redazione DottNet | 27/08/2013 10:18

Le nuove norme sui certificati medici per le attività sportive non agonistiche introdotte con il 'Dl del Fare' qualche settimana fa rischiano di creare confusione, e hanno bisogno di una circolare interpretativa. Lo afferma il segretario della Fimmg, il principale sindacato dei medici di famiglia, Giacomo Milillo, in una lettera indirizzata al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e al presidente della federazione degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Amedeo Bianco.

 ''Si ritiene opportuno segnalare che la formulazione delle modifiche introdotte dal Decreto - si legge nella lettera - determina criticità interpretative e applicative, altresì aggravate dal mantenimento della piena legittimità delle norme precedentemente emanate''.  In particolare, spiega Milillo, il decreto elimina l'obbligo di esami come l'elettrocardiogramma per la pratica non agonistica, ma la precedente norma che lo istituiva non è stata ancora abrogata. Inoltre sotto accusa è la parte del decreto del Fare che afferma che è il medico di base che deve decidere se richiedere ulteriori esami prima di rilasciare il certificato. ''Alla luce dell'attuale formulazione della norma - sottolinea la norma - la mancata effettuazione dell'elettrocardiogramma in caso di contenzioso legale potrebbe essere configurata come imprudenza. Ciò impone la prescrizione dell'approfondimento diagnostico''.

La modifica del 9 agosto. Intanto il 9 agosto scorso c’è stata un’importante modifica al decreto con l’abrogazione dell’obbligo di certificazione medica di idoneità per lo svolgimento dell’attività sportiva non agonistica e amatoriale.   “Da tempo - dice Rinaldo Missaglia, Segretario nazionale SiMPeF – avevamo messo in guardia, in tutte le sedi istituzionali possibili i relativi responsabili, circa i problemi che le norme contenute del D.L. 24 aprile 2013, Disciplina della certificazione dell’attività sportiva non agonistica e amatoriale, avrebbero comportato, stante l’obbligatorietà, praticamente per tutti coloro che volessero praticare attività fisica o sport, di sottoporsi oltre alla opportuna  visita medica anche ad accertamenti strumentali quali l'elettrocardiogramma. Facile immaginare che cosa sarebbe successo al rientro dalle vacanze, ad esempio, negli studi dei pediatri di famiglia e nelle strutture di secondo livello adibite ad indagini specialistiche”.

  “Il Parlamento – rileva ancora Missaglia – ha provveduto tempestivamente abrogando, attraverso il disegno di legge del ‘Fare’ l’obbligo di certificazione per l’attività ludico-motoria e ribadendo che sono i medici o i pediatri di famiglia a stabilire annualmente, nel corso della indispensabile visita medica, se i pazienti necessitano di ulteriori accertamenti come l’elettrocardiogramma, al fine di attestarne l'idoneità allo svolgimento dell'attività sportiva non agonistica”. “Esprimiamo il nostro apprezzamento al Governo e al Parlamento per essere tempestivamente intervenuti a modificare una normativa, pensata certo per il bene dei cittadini, ma che, se attuata in maniera burocratica, avrebbe causato più guai che benefici allontanando di fatto una parte potenzialmente cospicua di bambini da quella pratica di attività fisica che è fondamento di una buona educazione a corretti stili di vita per la prevenzione di patologie ad insorgenza in età adulta”, conclude Missaglia. Lo stesso la Fimp, la Federazione italiana dei medici pediatri che in una nota "esprime soddisfazione relativamente alla notizia dell'abrogazione, in Senato, dell'obbligo di certificazione per l'attività ludico motoria e amatoriale, e per la rimozione dell'obbligo ECG per l'attività sportiva non agonistica, misure contenute nel decreto Balduzzi". Fimp sottolinea poi che la norma in oggetto, ove applicata, si sarebbe tradotta in un aggravio degli oneri a carico delle famiglie, avrebbe scoraggiato l'attività fisica oltre a costituire un gravame in più per i medici del  SSN.  

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Fonte: ministero della salute, fimmg, simpef

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