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Piani di rientro: male Lazio, Abruzzo e Molise

Sanità pubblica Redazione DottNet | 03/09/2013 18:02

Lazio, Abruzzo e Molise escono con gravi insufficienze dalla verifica di fine luglio sull’attuazione dei rispettivi Piani di rientro. Inadeguatezze elencate con puntiglio nelle relazioni finali che il ministero della Salute ha diffuso oggi via web.

Il Lazio, per esempio, ottiene la sufficienza nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) per andamento percentuale della spesa farmaceutica e tasso di ospedalizzazioni. Ma viene invece rimandato per degenze medie pre-operatorie, dotazione totale di posti letto e ricettività delle residenze per anziani non autosufficienti, tutte fuori valore rispetto ai parametri di riferimento. E soprattutto, rimedia una grave insufficienza per l’andamento della spesa sanitaria 2013, peggiore del preconsuntivo dell’anno scorso e in controtendenza rispetto ai bilanci precedenti.  Criticità anche a proposito del Programma operativo 2013-2015 della Regione, già presentato nell’aprile del 2013 ma in modo incompleto e riproposto a luglio ma anche stavolta senza tutta la documentazione richiesta. E non convince nemmeno il consuntivo 2012, perché i dati trasmessi «risultano carenti dell’istruttoria preliminare da parte della Regione e presentano iscrizioni passibili di modifiche e necessitano di approfondimento in merito a possibili errori di contabilizzazione». Decisamente migliore la posizione dell’Abruzzo, che chiude il 2012 con un avanzo di poco più di 5 milioni al netto dell’aliquota fiscale maggiorata. Anche in questo caso, tuttavia, il Tavolo rileva alcune carenze negli adempimenti tra le quali spicca l’assenza di un Piano sanitario regionale per il triennio 2013-2015; tra le altre criticità, parametri al di sopra dei valori di riferimento per degenza media pre-operatoria e pianificazione nell’uso delle sale operatorie, indici invece inferiori per quanto concerne i posti letto di Rsa e hospice dell’assistenza territoriale.

 Difficile, infine, la situazione del Molise, che per il 2013 lamenta un disavanzo sanitario di 18 milioni di euro (che sommati ai deficit precedenti portano il rosso a 87,7 milioni). Non a caso, segnala la relazione finale del Tavolo, la Sanità regionale paga i fornitori con ritardi che oscillano tra gli 800 e i 1.000 giorni e tra gli indicatori abbondano le voci fuori parametro. Il tasso di ospedalizzazione, per esempio, è decresciuto nel tempo ma resta ancora troppo elevato rispetto agli standard, così come i tempi medi di degenza pre-operatoria. Stesse anomalie a proposito della dotazione di posti letto ospedalieri, mentre incompleta risulta la riorganizzazione della rete dell’emergenza-urgenza e quella laboratoristica. Carenze, infine, anche nelle procedure di accreditamento delle strutture private.

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Fonte: federfarma

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