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Assicuratori, allarme rinuncia cure e costi per la salute

Sanità pubblica Redazione DottNet | 10/09/2013 17:44

"L'aumento insostenibile dei costi, da un lato, e la rinuncia alle cure da parte dei meno abbienti, dall'altro", sono queste secondo Dario Focarelli, Direttore Generale ANIA (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici), le criticità del nostro sistema sanitario. La soluzione, ha detto oggi a margine dell'audizione in Commissioni riunite Affari sociali e Bilancio della Camera, "è quella di incentivare il ricorso alla polizze private, che coprono attualmente 1,5 milioni di assicurati.

Per questo, servirebbe rimodulare gli sgravi fiscali in modo spingere da i cittadini a investire in sanità integrativa, tenendo conto che ogni italiano già spende in media 500 euro di tasca propria ogni anno per curarsi". "La nostra sanità non ha un livello di inefficienza e spreco elevato", ha esordito Focarelli di fronte ai deputati impegnati nel filone d'indagine sulla sostenibilità finanziaria del Ssn. Quel che preoccupa è la forte crescita della spesa sanitaria, aumentata di circa 50 miliardi di euro dal 2000, come si legge nella relazione consegnata alle Commissioni. E le previsioni sono fosche. Secondo i dati della Ragioneria Generale dello Stato "nel 2060, il rapporto tra spesa e PIL, in mancanza di politiche di contenimento della spesa, potrebbe raggiungere il 12,6%", mentre la spesa per la non autosufficienza "è destinata a raddoppiare, salendo dallo 0,8% del PIL all'1,7%".

A questo problema, "si aggiunge uno meno noto: la tendenza alla rinuncia alle cure" che per il Censis riguarda ben 9 milioni di italiani. Secondo un'indagine dell'Ocse, "i cittadini a basso reddito che denunciavano un mancato accesso ai servizi, nel 2010, prima della crisi economica, sono stati il 12%. Cifra che sale al 20% per le cure dentali".

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Fonte: ania

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