Solo sei Regioni italiane hanno adottato programmi di screening basati sul test Hpv per la prevenzione del tumore del collo dell'utero, nonostante le raccomandazioni del ministero della Salute. Sono Lazio, Piemonte, Veneto, Toscana, Umbria e Abruzzo, cui si aggiunge l'Asl della Valcamonica, unica realtà lombarda.
Lo ha denunciato Mario Sideri, direttore dell'Unità ginecologica preventiva dell'Istituto Europeo di Oncologia (Ieo), intervenendo al lancio di una campagna di screening che la Roche - che produce e vende questi test - ha predisposto per le proprie dipendenti. ''L'obiettivo dei programmi di screening - ha precisato il professore e' quello di individuare e trattare lesioni precancerose, prevenendo così i tumori invasivi. Una diagnosi precoce e tempestiva aumenterebbe del 90% il tasso di sopravvivenza delle donne colpite da questo tumore''. Sideri ha aggiunto che ''diversi studi di popolazione hanno ormai dimostrato che il test Hpv ha una sensibilita' del 30% superiore rispetto al Pap Test nel rilevare lesioni precancerose, proprio perché il tumore al collo dell'utero e' causato dal virus. Quindi, l'inserimento del test accanto alla citologia tradizionale, nelle donne sopra i 35 anni (al di sotto è causa di sovradiagnosi) rende più efficaci i programmi di screening''.
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Fonte: Ieo
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