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Stop dal Ministero al metodo Stamina. Le proteste degli ammalati

Sanità pubblica Redazione DottNet | 10/10/2013 16:38

Stop alla sperimentazione del metodo Stamina che utilizza cellule staminali mesenchimali, ovvero del midollo osseo. La sperimentazione, si legge in un documento di ''presa d'atto'' del ministero della Salute, ''non può ulteriormente essere proseguita''.

La decisione di blocco della sperimentazione, si legge nel documento del Ministero è stata presa considerando il parere del Comitato scientifico e quello successivo dell'avvocatura dello Stato. Il parere del Comitato definisce il metodo stamina caratterizzato da "potenziali rischi", "inadeguata descrizione" e "insufficiente definizione del prodotto". "Per il ministro noi siamo morti che camminano, ormai non mi sorprende più nulla. Visto che non abbiamo avuto risposte neppure dal Papa, ci rivolgeremo alla Corte Europea dei Diritti umani di Strasburgo", così Sandro Biviano, portavoce dei malati che dal 23 luglio scorso presidiano notte e giorno piazza Montecitorio, accoglie la notizia del no del Ministero della Salute alla sperimentazione sul metodo Stamina. "Noi stiamo facendo democrazia, loro dittatura. Stanno giocando con le nostre vite", prosegue Biviano malato di distrofia muscolare come gli altri suoi tre fratelli. "Eppure non chiediamo sperimentazioni e nemmeno che le terapie ci vengano fornite gratuitamente, ma solo libertà di cura, anche al costo di pagare a nostre spese. Almeno per quelli che stanno morendo e non hanno altra scelta". Quindi, rivolgendosi al Ministro della Salute Lorenzin domanda "cosa potrebbe esser peggio per chi è in fin di vita se non vedersi togliere l'ultima speranza?". "Negli ultimi mesi cinque bambini che avevano avuto l'autorizzazione dal giudice per ottenere le cure compassionevoli, sono morti perché non hanno potuto usufruire della terapia. E questi - conclude - per noi sono 'omicidi accompagnati' le cui vittime ricorderemo domani con una messa in piazza Montecitorio" conclude. ''Non è il metodo Stamina ad essere pericoloso per i malati, bensi' il ministro Lorenzin e chi sta gestendo così male questa situazione, a fronte di una legge votata dal Parlamento che stabilisce l'avvio della sperimentazione''. E' questo il primo commento del presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni. Ora ''l'obiettivo - ha detto Vannoni - è attuare la sperimentazione all'estero, possibilmente in Usa''.A questo punto, ha sottolineato Vannoni, ''attenderemo gli esiti del ricorso al Tar del Lazio contro il comitato scientifico e la pronuncia del Tar della Lombardia sulle cartelle cliniche dei pazienti in trattamento agli Spedali Civili di Brescia''. Parallelamente, ha annunciato, ''procederemo al fine di poter realizzare la sperimentazione del metodo Stamina all'estero, possibilmente negli Stati Uniti dove i contatti con il professor Camillo Ricordi, all'Università di Miami, sono già stati avviati''.  Quello di oggi, ha commentato Vannoni, ''è uno stop fatto solo sulla carta, poichè nessuno ha valutato gli effetti delle cure sui pazienti in trattamento a Brescia e l'assenza di effetti collaterali''. Si tratta di una decisione di blocco ''fatta in modo scorretto; infatti - rileva Vannoni - non era compito del comitato scientifico nominato dal ministro valutare il via libera alla sperimentazione, deciso dal Parlamento.

Il comitato, al contrario, doveva solo 'disegnare' la sperimentazione; si sono sentiti degli esaminatori, ma in realtà dovevano essere gli esecutori di una decisione del Parlamento''.  Inoltre, aggiunge, ''le motivazioni del parere del comitato non ci sono ancora note''. Ad ogni modo, ''i pazienti a Brescia - sottolinea Vannoni - proseguiranno la terapia poichè il ministero non può fermare le ordinanze dei giudici, nonostante il palese boicottaggio che sta avvenendo e a causa del quale da giugno ad oggi nessun nuovo paziente è entrato in trattamento''. Oggi molti pazienti, conclude Vannoni, ''si stanno dunque organizzando per portare la metodica all'estero per essere curati''. 

Il metodo Stamina - messo a punto dal presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni, e per il quale il ministro della Salute ha oggi annunciato lo stop alla prevista sperimentazione - utilizza cellule staminali prelevate dal midollo osseo. Secondo il suo ideatore, sarebbe efficace nella cura di varie malattie neurodegenerative. Il Parlamento ha dato il via libera alla sua sperimentazione nello scorso maggio, stanziando a tal fine 3 milioni di euro.  Sono quindi seguite settimane di 'braccio di ferro' e polemiche, costellate al contempo da una sonora bocciatura della rivista scientifica Nature da un lato, e dai sit-in di protesta a Roma da parte dei malati che chiedono liberta' di cura con le cellule staminali. Lo scorso luglio, il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha nominato il Comitato scientifico della sperimentazione, di cui fanno parte Istituto superiore di sanita', Centro nazionale trapianti e Agenzia del farmaco, oltre a vari esperti. Il comitato, in un parere, si è però espresso criticamente tacciando la metodica di ''mancanza di basi scientifiche'' e rilevando anche ''elementi di pericolosità''. La sperimentazione, approvata con il disegno di legge di conversione del decreto 'Disposizioni urgenti in materia sanitaria' firmato dall'ex ministro Renato Balduzzi, sarebbe dovuta durare 18 mesi. Il metodo Stamina si basa sulle cellule staminali del midollo osseo, chiamate mesenchimali, note per la loro capacita' di dare origine ai tessuti di ossa, pelle e cartilagine. Secondo la Fondazione Stamina, sarebbe possibile trasformare queste stesse cellule anche in neuroni, utilizzando una sostanza nota per la funzione che svolge nello sviluppo delle cellule, l'acido retinoico, e diluendola nell'etanolo. La tecnica consisterebbe quindi nell'estrarre le cellule staminali mesenchimali dal midollo osseo dei pazienti, nel tenerle in coltura nell'acido retinoico diluito per farle differenziare in cellule nervose e quindi nel reinfonderle nello stesso paziente. La Fondazione Stamina ritiene che la tecnica sia efficace per curare malattie neurodegenerative, come l'atrofia muscolare spinale (Sma). Attualmente, a seguito di ordinanze di tribunali, sono 36 i pazienti già in trattamento presso gli Spedali Civili di Brescia e circa 150 sono in lista di attesa.

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Fonte: ministero della salute

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