Una lobby 'rosa' contro il cancro al collo dell’utero, che uccide ogni anno 280 mila donne nel mondo, di cui 15 mila in Europa e circa 1.300 in Italia. Per offrire all’altra metà del cielo informazioni qualificate su questo tumore, e su tutte le malattie da Papillomavirus umano (Hpv), nasce il network globale Women Against Cervical Cancer (Wacc): una fondazione indipendente da politica e interessi commerciali, che mette in rete 20 organizzazioni internazionali e 5 italiane. Tra queste l’associazione nazionale della stampa medica Unamsi. Wacc, con sede 'fisica' a Ginevra, è stata battezzata a Nizza in occasione del congresso 2008 dell'Eurogin (Organizzazione europea per la ricerca sulle neoplasie le infezioni genitali). I promotori sono partiti dal dato evidenziato da un sondaggio internazionale, secondo cui l’82% delle donne chiede più informazioni sul cancro al collo dell’utero, sull’Hpv e su come prevenire, diagnosticare e trattare le conseguenze dell’infezione.
Nonostante l’arrivo della vaccinazione anti-Hpv abbia migliorato le conoscenze su questo virus, "c’è ancora un grande bisogno di programmi di educazione pubblica", conferma Joseph Monsonego, presidente di Eurogin e Wacc. "Colmare questo vuoto di sapere" è dunque la missione del nuovo network, sostenuto anche dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Tra le priorità del 'manifesto' di impegno degli enti aderenti, ci sono la formazione dei professionisti della salute a un dialogo più chiaro con le pazienti; la distribuzione di materiale informativo 'doc'; la promozione di raccolte fondi; l’istituzione di un premio europeo per progetti a misura di donna, e la creazione di un forum per sostenere psicologicamente le pazienti prima, durante e dopo le terapie contro il tumore alla cervice uterina.
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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