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Lorenzin, superare il blocco del turn over

Sanità pubblica Redazione DottNet | 16/10/2013 19:17

“Superare il blocco del turn-over nelle Regioni in piano di rientro, per consentire il ricambio generazionale della classe medica”. Lo ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin: “Ora è arrivato il momento di “lavorare all’interno delle Regioni, per attuare quelle misure già previste dalla legge, come i costi standard e la de-ospedalizzazione, per curare, ove possibile, i pazienti a casa e non in ospedale.

Un paziente trattato in ospedale – ha spiegato – costa dai 2 ai 5 mila euro al giorno; trattato a livello domiciliare costa da 200 a 800 euro, quindi un risparmio formidabile. Risparmi che non fanno cassa, ma devono essere riutilizzati all’interno del Ssn per investire nelle cose che servono: prima di tutto, un piano serio di infrastrutturazione tecnologica degli ospedali, per renderli sicuri, accoglienti e utilizzare al massimo l’innovazione tecnologica, che è oggi elemento fondamentale per le strutture ospedaliere”. Secondo Lorenzin, “serve poi una cosa non prettamente sanitaria, ma molto importante per i pazienti: l’assistenza territoriale. Il futuro – ha aggiunto – si giocherà sull’integrazione tra territorio e medicina, tra salute e assistenza, soprattutto per una popolazione, la nostra, che tende ad essere sempre più vecchia e che quindi necessita di presidi forti a livello nazionale per quanto riguarda malattie come la demenza e le malattie mentali”. "Si rischiava il default del sistema sanitario e invece, grazie in primis alla fermezza del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e al senso di responsabilità del Governo, la sanità non ha subìto i paventati tagli che avrebbero messo a rischio il diritto alla salute nel nostro Paese". Lo affermano Raffaele Calabrò ed Eugenia Roccella, rispettivamente Capogruppo Pdl e Vicepresidente presso la Commissione Affari Sociali della Camera, sollecitando ora il varo del nuovo Patto per la salute. "Considerati i tempi magri e le ultime manovre finanziarie che hanno sempre preso di mira la sanità è senz'altro una buona notizia che il settore non si sia visto decurtare ulteriori finanziamenti. Ora - affermano Calabrò e Roccella in una nota - attraverso il Patto della Salute, Governo e Regioni devono, con lo stesso spirito di collaborazione, lavorare per rivedere quelle misure (blocco del turn over, Piani di Rientro, riparto del Fondo Sanitario) che creano gravi disfunzioni nell'erogazione dell'assistenza sanitaria, al Sud più che al Nord". "Non resta che augurarsi - concludono i parlamentari del Pdl - che Regioni e Governo riescano ad intendersi su un provvedimento necessario per la riorganizzazione e l'ammodernamento del sistema sanitario, che ci sia, insomma, lavoro di squadra e salda collaborazione tra i Governatori e il Ministro Lorenzin, che senz'altro mostrerà la stessa fermezza e determinazione".

La posizione dell'Anaao. “L’assenza di nuovi tagli alla sanità nella Legge di stabilità è certo una buona notizia, frutto dell’impegno del Ministro della salute, del Presidente della Conferenza delle Regioni, delle organizzazioni sindacali dei professionisti del Ssn. Evidentemente le loro ragioni erano tanto forti da non potere essere smentite”, dicono all’Anaao Assomed. “L’insolita attenzione al sistema delle cure si è però accompagnata al solito accanimento punitivo nei confronti di chi quelle cure è chiamato ad erogare – si legge nel documento del sindacato -. I colpi inferti al pubblico impiego, senza distinzione della qualità e responsabilità del lavoro svolto, colpiscono in modo plurimo medici e dirigenti sanitari dipendenti del SSN”.  “Il Governo Letta-Alfano ha continuato con i tagli lineari, addirittura alla formazione medica, e non fidandosi dei provvedimenti già emanati, ha reiterato il blocco contrattuale per il 2014 ed inasprito quello del turn over fino al 2017 tagliando anche in anticipo, sentendosi fornito di doti soprannaturali, il 10% di ciò che per definizione non è prevedibile, cioè lo straordinario dei dipendenti”, aggiungono dal sindacato. “Senza esimersi dal mettere le mani nelle loro tasche dilazionando ancora il pagamento delle liquidazioni e colpendo anche pensioni che d’oro certo non sono. E la nuova stretta sul turnover esonera il personale della difesa e della sicurezza perché, giustamente, a 65 anni non si può andare nelle volanti o nelle trincee, ma evidentemente in sala operatoria e di guardia negli ospedali sì. Avere evitato un nuovo definanziamento della sanità è condizione necessaria, ma non sufficiente, per riformare un sistema che mostra troppe crepe. Ma nessuno si illuda che il tutto possa risolversi in un patto a due Regioni-Ministro che taglia fuori i professionisti in una nuova edizione di un esercizio ragionieristico che esclude i valori di un sistema complesso quale quello sanitario a cominciare dal lavoro professionale. Aspettando Cottarelli, medici e dirigenti non possono restare fuori dalla porta se vogliamo risultati diversi dal passato”, conclude la nota dell’Anaao. 

Il commento di Milillo. ''Finalmente una buona notizia che consente di guardare al futuro e di pensare ad una riorganizzazione del Ssn e, in particolare, della medicina generale. Per questo ringraziamo il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che si è battuta con vigore in difesa del Ssn". Così Giacomo Milillo, segretario nazionale delle Federazione italiana medici medicina generale (Fimmg) circa l'intervento del ministro che ha scongiurato i tagli al fondo sanitario nazionale. "Non soltanto siamo salvi dai tagli - commenta in una nota - ma da quel che apprendiamo e' stato rimosso anche l'ipotizzato blocco della negoziazione dei contratti anche in assenza di risorse aggiuntive. Un passo in avanti fondamentale per il Ssn e per la medicina in generale, che devono procedere a una riorganizzazione complessa ed articolata". Il Governo ha mantenuto la parola e "ha rinunciato a una delle misure più discusse negli ultimi giorni - continua -. Ora le regioni non hanno più scuse per non entrare nel merito del patto per la salute".

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Fonte: ministero della salute, anaao

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