Dalle piante di tabacco arriva un possibile vaccino contro il linfoma follicolare a cellule B, che ogni anno negli Stati Uniti colpisce 16 mila persone. Il tabacco dunque, provoca il cancro, ma potrebbe anche curarlo. A testare il vaccino per la prima volta sull'uomo sono gli scienziati della Stanford University School of Medicine (Usa). Gli esperti statunitensi hanno appena concluso la fase I di sperimentazione clinica sul vaccino prodotto con piante geneticamente modificate, per testarne la sicurezza: nessuno dei 16 malati 'arruolati' ha mostrato eventi avversi.
Sarà necessario verificare se il siero è in grado di rendere immuni i pazienti dalle loro stesse cellule cancerose, senza gli effetti collaterali della chemioterapia. In caso di risultati positivi dei test, i medici disporrebbero di un trattamento precoce e personalizzato contro il linfoma.
Le fasi successive della sperimentazione serviranno a verificare l'efficacia del prodotto, che si ottiene facilmente con materie prime dal costo molto basso. "Poiché gli anticorpi di ciascun paziente sono diversi fra loro - spiega Ronald Levy, principale autore dello studio - ogni malato ha bisogno di un vaccino personalizzato, facilmente ottenibile utilizzando le piante. E con un siero del genere è possibile aggirare una serie di problemi, primo fra tutti il tempo necessario per la produzione”.
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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