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Schengen sanitaria, l’Italia non è pronta

Sanità pubblica Redazione DottNet | 22/10/2013 18:07

Da venerdì 25 ottobre farsi curare in un Paese dell'Ue diverso da quello d'origine diventa un diritto di ogni cittadino europeo, ma solo un quarto dei Paesi ha finora le carte in regola per applicare la nuova normativa. E l'Italia è tra i più che ancora non sono pronti a dare vita alla 'Schengen' dei pazienti.

Secondo fonti attendibili, infatti, ad oggi solo il 25% degli Stati ha notificato l'introduzione nel proprio ordinamento nazionale delle nuove regole. E tra questi l'Italia non c'è.Tuttavia c'è l'impegno del governo a chiudere entro l'anno l'iter per il recepimento della direttiva europea che permetterà ai cittadini di scegliere liberamente dove curarsi all'interno dei confini dell'Unione. Al momento manca ancora, infatti, il decreto legislativo di recepimento della direttiva sulle cure transfrontaliere, per il quale c'è tempo fino al 4 dicembre. Ma, spiega il ministero della Salute, il provvedimento è quasi pronto e potrebbe arrivare in Consiglio dei ministri già entro una decina di giorni, e comunque ben prima della scadenza.

Ci sarà poi bisogno del parere delle commissioni parlamentari competenti (che dopo l'ok del Cdm avranno un mese di tempo per esprimersi) prima di poterlo pubblicare in Gazzetta Ufficiale.  Peraltro, ha osservato il ministro Beatrice Lorenzin a margine di una audizione al Senato, sono in corso approfondimenti a livello europeo per ''affrontare alcuni elementi che ancora non sono chiari''.

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Fonte: ministero della salute

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