Sì alla sigaretta elettronica, ma rigorosamente senza nicotina e con caratteristiche ben definite, tali da farla diventare un 'presidio medico', vendibile solo in farmacia. A queste conclusioni, dopo un suo studio pilota sulla e-cig, arriva Carlo Cipolla, Direttore della Cardiologia dell' Istituto Europeo di Oncologia (Ieo).
Con lui si confronta però Umberto Veronesi, direttore dell'Ieo che vede al contrario anche un possibile utilizzo di e-cig con dosi misurate di nicotina, allo scopo di incidere di più sulla lotta al cancro del polmone. ''Cipolla parla da cardiologo, ma se tutti coloro che fumano sigarette tradizionali – dice l'oncologo Veronesi – si mettessero a fumare e-cig, salveremmo almeno 30 mila vite all'anno in Italia e 500 milioni nel mondo''. Stamattina all'Ieo, Cipolla ha presentato i dati di uno studio pilota durato sei mesi con la collaborazione dell'Istituto Cardiologico Monzino e del San Raffaele. Sono stati presi in esame 65 forti fumatori, malati di cancro o di cuore, che hanno utilizzato una sigaretta elettronica senza nicotina per smettere di fumare. ''Dopo 6 mesi – afferma Cipolla - aveva smesso il 60%, contro il 32% di coloro che non avevano utilizzato la e-cig. E anche chi non è riuscito a smettere, con la e-cig ha ridotto drasticamente il numero di sigarette fumate (meno 10) contro riduzioni inferiori (meno 6) fra coloro che non l'hanno usata. ''Sulla base di questi dati, sarebbe delittuoso non continuare a studiare uno dei pochissimi mezzi che abbiamo trovato contro il più potente killer conosciuto'', dice Cipolla annunciando uno studio con un numero di pazienti più ampio e seguiti più a lungo. Dubbi vengono da Gabriella Pravettoni, Direttore della Ricerca applicata in Psicologia, che cita uno dei principi stessi della psicologia, secondo cui ''ciò che non viene elaborato, tende ad essere ripetuto. Per cui, l'e-cig cessa magari di essere una dipendenza cancerogena, ma resta pur sempre una dipendenza. Bisogna quindi approfondire, prima di cantare vittoria''. Sulla base dei risultati di Cipolla, un altro studio sta però per partire, guidato da Giulia Veronesi, Direttore della Diagnosi precoce del Tumore del Polmone e recluterà 200 soggetti tra gli 11.
''Sulla sigaretta elettronica, il governo rema contro''. E' l'opinione del professor Umberto Veronesi, secondo cui invece la e-cig rappresenterebbe per molte persone una possibilità per smettere di fumare o per lo meno ridurre il numero delle sigarette con tabacco, che rappresentano la prima causa del carcinoma polmonare. ''Ho incontrato il ministro Lorenzin, entusiasta della e-cig, qualche giorno fa – ha detto oggi Veronesi a margine di un incontro all' Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) in cui sono stati presentati i risultati di uno studio pilota sulla sigaretta elettronica – e le ho chiesto di impegnarsi a diffondere questa sigaretta''. ''Lunedì - ha continuato - la incontrerò di nuovo e gliene riparlerò'', anche alla luce dei dati diffusi ieri. ''La moda della e-cig – ha osservato l'oncologo, rispondendo a una domanda – si è ultimamente sgonfiata, molti negozi hanno chiuso, perché il governo 'rema contro' e, avendo introdotto una tassazione del 58%, ha fatto sparire molti produttori. Certo, lo Stato ci guadagna di più con le sigarette tradizionali, senza pensare che ogni anno spende tre miliardi di euro per curare i 50 mila tumori che si sviluppano in Italia a causa del fumo''. Invece, secondo Veronesi, bisognerebbe diffondere fra i fumatori una e-cig, certamente super controllata nei suoi parametri principali, al punto da ipotizzare distributori automatici di 'tabacco-free-cigarette'.
Fonte: ieo
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