I pensionati dell’Enpam, a differenza dei loro colleghi iscritti all’Inps e all’ex Inpdap, hanno continuato sempre a godere dell’adeguamento delle loro pensioni al costo della vita. I provvedimenti adottati dal Governo e dal Parlamento in materia di blocco della perequazione riguardano infatti solo l’Inps e l’ex-Inpdap, ma non toccano la maggior parte delle Casse dei professionisti.
I regolamenti dei fondi Enpam prevedono che le pensioni vengano rivalutate ogni anno in misura pari al 75 per cento dell’indice Istat, fino al limite di 4 volte il trattamento minimo Inps e del 50 per cento dell’indice per la quota eccedente, senza alcun tetto. Nel 2012 le pensioni sono state maggiorate del 2,03 per cento nella prima fascia e dell’1,35 per cento nella seconda fascia. Quest’anno, a fronte di un’inflazione più elevata, gli incrementi saranno maggiori e saranno pari al 2,25 per cento per la prima fascia (cioè fino a 2.084,33 euro lordi mensili) e all’1,50 per cento per la seconda. La rivalutazione decorre dal 1° gennaio di ciascun anno, ma viene materialmente applicata sul rateo di marzo, con pagamento degli arretrati dei due mesi precedenti.
Per quanto riguarda le altre pensioni, comprese quelle degli ospedalieri, l’attuale Ddl di Stabilità prevede per il 2014-2016 l’indicizzazione completa: al 100%, per assegni fino a tre volte il minimo (1.
Secondo l’Istatnel 2011 il 5,2% dei pensionati era nella fascia più 'ricca', sopra i 3 mila euro di reddito da pensione al mese. Si tratta di 861 mila persone, che assorbono 45 miliardi di euro l'anno, il 17% della spesa totale, poco meno di quanto sborsato (51 miliardi, 19,2%) per i 7,3 milioni, il 44% dei pensionati, sotto i mille euro. Insomma meno di un milione di teste che, in termini di spesa pensionistica, vale quasi come più di sette milioni di persone, quasi la metà del totale. Forte è il divario tra donne e uomini, quest'ultimi rappresentano il 76,3% dei pensionati over tre mila euro al mese, quasi otto su dieci. Se si fa il confronto con l'anno precedente, sempre in base alle ultime tavole pubblicate dall'Istat a fine ottobre, si scopre che nel 2011, anche se il numero dei pensionati in Italia è diminuito di 38 mila unità, il gruppo che percepisce più di tre mila euro mensili è salito di 85 mila (+10,9%), con un aumento della spesa di 4,6 miliardi di euro. In generale c'è una tendenza alla 'migrazione' dei pensionati verso classi d'importo maggiore, spiegabile sia con la perequazione annuale, sia con il fatto che il valore medio delle nuove pensioni è maggiore di quello delle cessate. Infatti sempre nel 2011 si è verificata anche una diminuzione dei pensionati sotto i mille euro (di quasi 250 mila teste, -3,3%). Occorre ricordare come si stia parlando di pensionati e non di pensioni, e una persona può essere titolare di più trattamenti (pensioni di vecchiaia, invalidità, sociali e altro). La distribuzione dei pensionati per classe d'importo risente infatti della possibilità di cumulo di uno o più trattamenti sullo stesso beneficiario. Sempre nel 2011 risulta che quasi un quarto dei pensionati è destinatario di un doppio assegno. Probabilmente con il blocco dell'indicizzazione e gli altri cambiamenti che hanno toccato il mondo delle pensioni dalla fine del 2011 qualcosa oggi è cambiato, ma si tratta comunque di dati consolidati, riflesso di situazioni che permangono negli anni.
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Fonte: enpam, istat
Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile
L’integrazione, in Enpam, è curata dal Servizio Trattamento Giuridico e Fiscale delle Prestazioni, dell’Area della Previdenza.
Il cedolino è già disponibile, mentre i pagamenti partiranno a inizio mese
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