Prestazioni erogate in crescita del 60%, ospedalizzazioni in calo, appropriatezza in aumento e costi recuperati per tre quarti quando allo scadere della sperimentazione mancano ancora un paio di settimane. Sono i dati di spicco del progetto avviato sei mesi fa da Federfarma Rieti e Asl del capoluogo per la partecipazione delle farmacie all’Adi, il servizio di assistenza domiciliare integrata.
A tale esperienza – la prima del suo genere – era dedicato il convegno organizzato sabato nella città laziale per tracciare un primo bilancio della sperimentazione. «Valutazioni positive sul progetto sono arrivate da tutti gli interventi» spiega a Filodiretto Pierluigi Cortellini, presidente di Federfarma Rieti «anche perché le cifre non lasciano adito a dubbi: in poco meno di sei mesi le prestazioni Adi erogate dall’Asl sono cresciute del 60% grazie al “rinforzo” delle farmacie. Questo ha permesso la domiciliarizzazione di pazienti che prima venivano tenuti in ospedale per mancanza di risorse sul territorio, e ha anche consentito una maggiore appropriatezza: gli interventi per piaghe da decubito sono passati da una media di tre a settimana a una di sette, da cui il dimezzamento dei tempi di cicatrizzazione». Ridotti del 40% anche i tempi per la presa in carico del dimesso nell’Adi, con una generale ottimizzazione degli interventi che si è ripercossa sui costi generali dell’Asl (guidata da Rodolfo Gianani): «A un paio di settimane dalla fine della sperimentazione» conferma Cortellini «i costi del progetto sono stati recuperati per il 75%». Risultato, il Ssn spende meglio e le farmacie integrano i propri fatturati con i servizi: dalla sperimentazione, condotta grazie all’istituzione di una cooperativa facente capo a Federfarma che impiega sette infermieri, i titolari reatini ricaveranno in sei mesi un compenso che dovrebbe aggirarsi attorno ai 5-7mila euro per farmacia.
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Fonte: federfarma, regione Lazio
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