Nel 2015 un terzo della popolazione italiana sarà over 65, contro il 20% attuale, mentre gli ultraottantenni passeranno dal 5,8% al 13,6, una percentuale ''quasi uguale a quella delle persone che avranno meno di vent'anni''. Lo ha ricordato il presidente dell'Istat Antonio Golini, al convegno sulla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale organizzato all'Istituto Sturzo.
Nel suo intervento il presidente dell'Istat ha sottolineato che anche dal punto di vista della sanità pubblica ''continuiamo ad agire come se nulla fosse accaduto e stesse tuttora succedendo. Mentre le previsioni sulla spesa sanitaria (al 2011 il 7,3% del Pil, la sola spesa per i servizi ospedalieri al 4,1%) vede la spesa per gli under 65 passare da più di metà a un terzo al 2060 mentre quella per gli ultraottantenni più che raddoppiare (dall'1,1 al 2,7% della spesa totale). Sarà necessario quindi puntare sull'innovazione, considerando che ''i corpi sociali sono 'viscosi' al cambiamento, e noi italiani siamo i più 'viscosi' al mondo, una delle ragioni per cui non cresciamo più da 15 anni''. La sostenibilità del Ssn dipende ''in primo luogo dalla revisione del titolo V della Costituzione, perché i 21 staterelli che abbiamo oggi mal collimano con l'universalità del sistema''. Così nel suo intervento al convegno organizzato all'Istituto Sturzo la presidente della commissione Sanità del Senato Emilia De Biasi, per la quale la soluzione non è ''accentrare di nuovo tutto al ministero'' ma pensare a una ''distribuzione più equa delle responsabilità'', puntando anche alla ''collaborazione tra le Regioni''. Per de Biasi, compito dello Stato sarebbe quindi quello di ''ridefinire linee guida e livelli essenziali di assistenza non più sufficienti e adeguati alla realtà di oggi'', che vede ad esempio ''l'aumento delle dipendenze, mentre quella da gioco patologico non è nemmeno nei Lea'' (livelli essenziali di assistenza). Ma per rendere sostenibile la sanità pubblica nel medio-lungo periodo serve anche una ''revisione dei rapporti tra lo Stato e il mercato'', iniziando a vedere questioni come quelle dei ''farmaci, delle tecnologie, dei dispositivi medici, della loro obsolescenza''. Senza dimenticare la questione della medicina difensiva, ''un costo di 10-15 miliardi di euro l'anno. Pensate a cosa potremmo fare con quelle cifre - sottolinea - altro che Cottarelli''. La presidente ricorda di avere già invitato il nuovo commissario per la spending review a un confronto in commissione, chiarendo che ''il Parlamento questa volta non intende essere espropriato delle sue prerogative''.
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Fonte: istat
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