E' in crescita in Italia il fenomeno della resistenza agli antibiotici, dovuto anche al cattivo utilizzo che si fa di tali medicinali. A rilevarlo è l'Istituto superiore di sanità (Iss), che ha pubblicato sul suo sito un aggiornamento dei dati sull'antibiotico-resistenza, forniti dalla rete di sorveglianza europea Ears-Net. Il fenomeno è preoccupante poichè, avvertono gli esperti, rende impossibile trattare efficacemente alcune infezioni batteriche, con un aumento dei tempi di ospedalizzazione, dei costi dell'assistenza sanitaria e della mortalità.
I dati europei mostrano un panorama poco confortante: nel giro di 4 anni è infatti aumentata notevolmente la resistenza in due specie di batteri sotto sorveglianza, Escherichia coli e Klebsiella pneumoniae, responsabili di infezioni urinarie, sepsi ed altre infezioni ospedaliere. Per questo, afferma l'Iss, è importante tenere accesa l'attenzione anche attraverso la Giornata degli Antibiotici, un'iniziativa promossa dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle malattie (ECDC), che si tiene il 18 novembre. La priorità è dunque promuovere l'uso appropriato di questi farmaci, per mantenere il più a lungo possibile la loro efficacia nel trattamento delle infezioni. L'antibiotico-resistenza, sottolinea l'Iss, non è tuttavia uniforme nei Paesi dell'Ue, ma è maggiore nei Paesi del Sud e dell'Est Europa, tra cui l'Italia, che si colloca nel gruppo di Paesi con livelli di resistenza più alti nella maggior parte delle specie patogene sotto sorveglianza.
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Fonte: iss
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