La proposta di decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri per stabilizzare i precari della sanità è al centro del confronto che martedì 19 novembre, nel pomeriggio, il Sottosegretario di Stato alla Salute, Paolo Fadda avrà con tutti i sindacati del comparto sanità, tra i quali anche le rappresentanze di medici e di altra dirigenza.
(clicca qui per scaricare la bozza del decreto) Il Sottosegretario Fadda, delegato dal Ministro della Salute alla trattazione della materia, onora nei tempi l’impegno preso nell’ultimo incontro con i sindacati del comparto sanità, di affrontare quale priorità l’emanazione del DPCM previsto dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125 (da adottare entro 3 mesi dalla data di entrata in vigore del decreto legge 101/13) su proposta del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro per la pubblica amministrazione, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano per gli enti del Servizio sanitario nazionale, al fine di attuare per gli enti del SSN le disposizioni dettate per il personale a tempo determinato delle altre pubbliche amministrazioni da tale legge. “ La priorità –afferma il Sottosegretario Fadda- è data dalla considerazione che si affronta la delicata, importante e strategica questione delle lavoratrici e dei lavoratori precari dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale per la duplice seguente considerazione: La prima che è giusto affrontare, in forma unitaria e radicale il problema di una generazione di professionisti e di operatori che da anni, con rapporti di lavoro precario, garantiscono, con competenza e generosità, prevenzione, cura, riabilitazione e ricerca nelle aziende e istituzioni sanitarie; la seconda è che, finalmente, per medici ed altre professionalità laureate, è possibile offrire una soluzione certa per tentare di uscire dal tunnel del precariato.” Questa norma amplia la platea del personale del SSN da regolamentare col D.P.C.M comprendendo tutto il personale del Servizio Sanitario, medici e altra dirigenza compresa, nonché il personale dedicato alla ricerca in sanità per il quale dovranno essere dettate specifiche disposizioni. E’ dal 1985 che si prevede anche per i medici la possibilità di stabilizzazione nel SSN, invece prevista nelle precedenti leggi per il personale non dirigenziale del comparto sanità, così come per la prima volta si prevede la specificità del personale precario dedito alla ricerca in sanità, registrando un’inversione di tendenza in un settore qual è quella della ricerca sanitaria nel nostro Paese per il quale l’unica soluzione di valorizzazione appariva essere la fuga di cervelli all’estero.
- gli enti del Ssn, entro il 31 dicembre 2016, possono bandire procedure concorsuali per titoli ed esami per assunzioni a tempo indeterminato di personale del comparto sanità, ivi compreso quello appartenente alle aree dirigenziali, medico veterinario, sanitaria, professionale, tecnico, amministrativa;
- le procedure concorsuali sono riservate al personale in servizio presso gli enti in possesso dei requisiti di cui all'articolo 1, commi 519 e 558, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e all'articolo 3, comma 90, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, ovvero che alla data del 30 ottobre 2013 abbia maturato negli ultimi cinque anni, almeno tre anni di servizio con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato presso gli enti;
- il personale medico in servizio continuativo da almeno 5 anni nei pronto soccorso delle Aziende Sanitarie è ammesso a partecipare ai concorsi ancorché non in possesso del diploma di specializzazione;
alle procedure concorsuali può partecipare anche il personale dedicato alla ricerca in sanità;
- gli enti del Ssn che nella programmazione triennale del fabbisogno di personale riferita agli anni dal 2013 al 2016, prevedono di effettuare le procedure concorsuali previste dal decreto possono prorogare fino al 2016 i contratti di lavoro a tempo determinato (compresi quelli non subordinati) dei soggetti che hanno maturato, al 30 ottobre 2013, almeno tre anni di servizio, nel rispetto dei vincoli finanziari previsti dalla normativa vigente in materia;
- gli enti del Ssn che hanno vuoti in organico nelle qualifiche per le quali non è previsto titolo di studio superiore a quello dell’obbligo procedono all'assunzione a tempo indeterminato, anche con contratti di lavoro a tempo parziale, dei lavoratori socialmente utili e dei lavoratori di pubblica utilità.
Il commento della Cgil: "L'incontro è un passo positivo, ma se il testo del Dpcm venisse confermato così come è, sarebbe insufficiente, perché non risolve il problema del turn over e non indica quali sono i criteri di inclusione per la stabilizzazione, se solo i tempi determinati o anche gli atipici". E' quanto dichiara Massimo Cozza, segretario della Fp Cgil, il ramo del sindacato che si occupa dei dipendenti della Funzione pubblica, in merito all'incontro di domani tra Governo e sindacati sulla stabilizzazione dei precari della sanità. "Da quanto risulta dalla bozza, non si risolve - afferma Cozza - il tema del blocco del turn over del personale, un nodo che dipende dalla politica sbagliata dei 30 miliardi di tagli al Servizio sanitario pubblico effettuata in questi anni". Inutile fare concorsi se poi non si può assumere, continua, "dovremmo piuttosto dire quanti medici e infermieri sono necessari per garantire i livelli di assistenza, e poi indire concorsi". Altra questione di fondamentale importanza sono i criteri di inclusione di coloro che potranno esser coinvolti in un percorso di stabilizzazione. Il testo parla, infatti di personale dipendente 'a tempo determinato'. "Cosa il termine 'tempi determinati', si intendono anche i rapporti di lavoro atipici, come co.co.co e pagamenti a gettone di presenza? Mi auguro di questo si possa discutere, perché, ad una prima lettura, si escludono medici e personale sanitario che da anni garantiscono prestazioni essenziali come i pronto soccorso, ma a cui sono state imposte sbagliate tipologie contrattuali". Quindi una nota positiva. "Condividiamo la metodologia scelta dal Ministero per il confronto. E' utile che vengano convocati tutti insieme, medici e personale sanitario, perché - conclude Cozza - dobbiamo remare tutti nella stessa direzione".
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Fonte: ministero della salute
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