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Milillo: basta controlli sulle prescrizioni. Lorenzin: no ai tagli

Sanità pubblica Redazione DottNet | 20/11/2013 18:01

"Non cessa il tentativo dei legislatori di 'controllare' la mano del medico nel momento della prescrizione per garantire risparmi nel breve periodo contro gli interessi di salute dei cittadini". Lo dichiara il segretario nazionale della Fimmg, Giacomo Milillo a proposito degli emendamenti presentati alla legge di stabilità sulla farmaceutica ''e che riguardano in particolare la proposta di prevedere a livello territoriale l'uso di gare basate sull'equivalenza terapeutica''.

  ''Questo - spiega Milillo - avrebbe come conseguenza una grave limitazione di prescrizione del medico, obbligato sostanzialmente a prescrivere per principio attivo. Il paziente, soprattutto se affetto da patologia cronica e in trattamento con numerosi medicinali, correrebbe inoltre il rischio di vedersi sostituire dalle farmacie i farmaci che solitamente assume a seconda dell'azienda che in quel territorio ha vinto la gara".  Si tratterebbe di "risparmi nel breve, tagli sui bilanci" e non di "contenimento dei costi, sui quali c'è la nostra disponibilità a offrire un contributo professionale". Ma "sottomettere la prescrizione medica a pure logiche di taglio di spesa invece che a criteri di appropriatezza significa, lo dicono tutte le pubblicazioni scientifiche, aumentare il rischio di complicanze e quindi moltiplicare le spese per prestazioni sanitarie più costose e più dolorose per i cittadini. Fino ad ora il miglior modo per garantire l'appropriatezza nell'uso dei farmaci è stato quello di coinvolgere i medici di medicina generale che in molte aziende di diverse regioni (Toscana, Umbria, Emilia Romagna, Sicilia, per citarne alcune) hanno raggiunto traguardi di grande impatto. L'AIFA ha svolto e sta svolgendo un importante lavoro di regolazione che deve essere difeso e sostenuto senza interferenze legislative che continuano a distruggere in poche ore ciò che si sta costruendo da anni".

Grandi prove di mortificazione di Medici e pazienti  attraverso la presentazione di diversi emendamenti sulla farmaceutica presentati alla Legge di Stabilità, in discussione in questi giorni presso la Commissione bilancio del Senato. "Impressiona negativamente - dice Angelo Testa, presidente nazionale dello Snami - che tra i firmatari dei vari emendamenti ci siano la senatrice del Pd Nerina Dirindin, già assessore alla sanità della regione Sardegna, conosciuta per aver avuto rapporti conflittuali con la classe medica sarda, specie con la medicina generale, ma soprattutto il senatore Amedeo Bianco, anche lui del Pd, attuale presidente nazionale degli Ordini dei Medici.

Ho già detto più volte pubblicamente che Bianco dovrebbe dimettersi perché stride il conflitto, come questa vicenda svela inequivocabilmente, che chi dovrebbe rappresentare tutti i Medici non può rappresentare interessi solo di una parte". "Gli emendamenti, se approvati - continua il leader del sindacato autonomo - porterebbero le farmacie a dover consegnare in via esclusiva al paziente quel farmaco, sostituendo d'imperio la medicina assunta solitamente, prodotto dall'azienda che ha vinto la gara, al ribasso, in quel territorio. In spregio al diritto del medico di prescrivere quanto ritiene più utile al proprio assistito e al diritto del paziente di avere il farmaco che assume solitamente e che gradisce perché “cura” la sua malattia. Il tutto per una pura logica di presunti risparmi che obbligherebbe la sostituibilità tra prodotti che potrebbero avere caratteristiche terapeutiche diverse, con possibili riflessi negativi per i pazienti,  poiché si darebbe priorità al costo e non alla specifica esigenza terapeutica". "E' l'inizio della fine - conclude Angelo Testa - limitare la libertà prescrittiva dei medici, gli unici in grado di individuare la terapia migliore per il paziente in base ai dati clinici e anamnestici, pur nel rispetto dei vincoli di bilancio cui la sanità non può sottrarsi. Ma il presidente della FnomCeo, il senatore del Pd Amedeo Bianco, è conscio che questo è il pensiero dominante di chi fa il Medico e vuole continurare a curare i propri pazienti secondo scienza e coscienza?".

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Federanziani: Secondo quanto riportato nell’art.1 dell’emendamento (6.0.3) alla legge di Stabilità in discussione presso la Commissione Bilancio del Senato, la Fimmg, Federazione dei Medici di Medicina Generale, e la FederAnziani, federazione delle associazioni della terza età, hanno riscontrato che, per potersi continuare a curare, i malati cronici, perlopiù anziani, saranno costretti a pagarsi le medicine o accettare le cure di Stato. Infatti non è chiaro nell’art.1 dell’emendamento presentato dai parlamentari del Pd come i cittadini potranno avere le stesse medicine per la continuità terapeutica. Non solo, il mondo, l’Europa e l’Italia vogliono aderenza alla terapia: con questa norma di fatto si introduce lo zapping di Stato (conseguente alla sostituzione), anziché del farmacista. È vero – sostengono le federazioni – quanto riportato nell’art. 2 riguardo ai risparmi, perché i farmaci non saranno più a carico dello Stato, ma a carico dei cittadini. Questi risparmi saranno caricati sui malati, perlopiù anziani, per sostenere la regioni con ulteriori finanziamenti. Dai dati Osmed 2012 risulta che l’over 65 consuma mediamente 592 euro annui di farmaci in fascia A, ovvero a carico del Ssn. Questo porterà, secondo una prima stima dei centri studi di FederAnziani e Fimmg, ad un “acquisto obbligato” fino al 70% dei farmaci, che corrisponde a 400 euro circa a carico del cittadino, qualcosa come 3 miliardi di euro di acquisti in medicine per i circa 10 milioni di anziani. Infine – concludono le federazioni – la legge di Stabilità è interamente a carico dei malati e degli anziani che si dovranno pagare le medicine da soli con le loro già tartassate pensioni.

 E un no secco ai tagli arriva pure dal ministro Lorenzin che si scaglia contro Carlo Cottarelli: “In 5 anni possiamo recuperare 30 miliardi”, ha detto il commissario alla spending review. E il ministro ribatte piccata: “il comparto non solo non ha bisogno di tagli lineari anzi, se le Regioni applicheranno il piano quinquennale che stiamo definendo insieme riusciremo a recuperare risorse migliorando anche la qualità delle cure e l’appropriatezza”. Il Ministro ha ricordato come la sanità abbia negli ultimi anni subito una riduzione di risorse a seguito delle manovre Berlusconi e Monti pari a 22 miliardi e in molte Regioni commissariate si rischia nell’applicazione dei Lea. “La sanità ha già dato, ora c’è bisogno di una fase di programmazione. Ci vorranno manager bravi (e quelli che sbagliano devono andare a casa) per una buona governance dei territori anche e soprattutto per realizzare il processo di deospedalizzazione e di rafforzamento del territorio”. Solo se le Regioni dovessero fallire Cottarelli "farà bene ad intervenire”. 

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Fonte: fimmg, ministero della salute

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