Mai così in basso: la spesa farmaceutica nel 2013 ha raggiunto il picco più negativo mai toccato da decenni. Adesso però ci sono le aspettative per una rapida crescita che potrebbe interessare il settore farmaceutico colpito da una crisi senza precedenti.
Secondo l'Ims (Institute for Healthcare Informatics) e pubblicate nel report “The Global Use of Medicines: Outlook through 2017”, nel 2014 la spesa raggiungerà i mille miliardi di euro, grazie soprattutto ai paesi in via di sviluppo, come la Cina, e dall'arrivo di nuovi farmaci innovativi. Andrà meglio negli anni successivi, tanto che nel 2017 si dovrebbe toccare il valore record di milleduecento miliardi. Dopo, dunque, un periodo di stagnazione dovuto in particolare alle politiche di austerità e dall'assenza di crescita economica dovuta alla recessione, nonché ad un periodo piuttosto lunghi in cui molti brevetti erano scaduti, la ripresa è dietro l'angolo. Come accennato un ruolo di primo piano in questo incremento è riservato ai paesi emergenti, dove la richiesta di farmaci sta aumentando grazie alla classe media e ai programmi di copertura sanitaria universale e di immunizzazione della popolazione. Pertanto è proprio dai nuovi mercati che si attende un aumento della spesa di oltre il 63% contro un incremento mondiale tra il 27 e il 36 percento da qui al 2017. “Al quinto anniversario della crisi economica mondiale, e con molte nazioni che stanno migliorando i loro sistemi sanitari, ci aspettiamo di vedere una divergenza sempre maggiore tra i mercati emergenti e quelli sviluppati - afferma Murray Aitken, direttore esecutivo dell'IMS -. In altre parole, considerate le misure di austerità che potrebbero ancora colpire la spesa dei paesi industrializzati e la disponibilità sempre maggiore di farmaci generici a basso costo, nei mercati di Europa, Nord America e Giappone, la spesa non potrà crescere più dell'1-4%. Al contrario, le nazioni in via di sviluppo dal punto di vista farmaceutico, raggiungeranno probabilmente tassi pari al 10-13% di crescita complessiva, risultato del boom economico, dei cambiamenti sia demografici che nell'epidemiologia e dei sempre maggiori investimenti delle assicurazioni nella Sanità”.
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Fonte: ims
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