Circa 273 milioni di euro di entrate previdenziali, 173 milioni di uscite per trattamenti, un utile a fine anno di poco meno di 127 milioni. Queste alcune delle cifre che spiccano dal bilancio di previsione dell’Enpaf per il 2014, redatto a fine settembre ma pubblicato sul sito dell’ente martedì scorso.
Le stime confermano anche per il nuovo anno un assetto economico-finanziario ampiamente all’interno dei parametri ministeriali. In sostanza, l’Enpaf prevede per il nuovo anno una platea di iscritti che sfiorerà gli 89mila professionisti (3.900 ingressi e 1.700 cancellazioni al 1 gennaio 2014), dai quali arriveranno quote di contribuzione che assicureranno entrate per 165,7 milioni di euro. In particolare, saranno un po’ meno di 30mila i contribuenti a quota intera e un po’ più di 38mila quelli che usufruiscono della riduzione dell’85%. Sempre alla colonna entrate va anche annoverato il contributo dello 0,90%, che per il nuovo anno dovrebbe portare nelle casse dell’Enpaf 95 milioni di euro, stimati in base all’andamento tendenziale della spesa farmaceutica Ssn.
Sul fronte uscite, invece, spiccano le stime sui trattamenti previdenziali: nel 2014 dovrebbero essere erogate circa 700 nuove pensioni per una spesa di oltre 3,4 milioni di euro, che si andranno ad aggiungere ai 161 milioni circa relativi ai trattamenti già in corso. A un po’ meno di 1,7 milioni dovrebbe ammontare la spesa stimata per assistenza (disabili, borse di studio, una tantum eccetera), mentre due milioni andranno in trattamenti di maternità, che per il 2014 dovrebbero aggirarsi sui 410.
L'occupazione: In questo momento difficile per la professione l’Enpaf «sta facendo la sua parte», ma non tocca all’ente dare risposta ai problemi di occupazione e precariato che affliggono la categoria. E’ l’avvertimento che arriva dal presidente dell’istituto di previdenza dei farmacisti, Emilio Croce, dopo le sollecitazioni di Conasfa (Coordinamento delle associazioni di farmacisti non titolari) per interventi di sostegno a favore di disoccupati e atipici.
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Fonte: enpaf, federfarma
Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile
L’integrazione, in Enpam, è curata dal Servizio Trattamento Giuridico e Fiscale delle Prestazioni, dell’Area della Previdenza.
Il cedolino è già disponibile, mentre i pagamenti partiranno a inizio mese
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