Non è una novità, soprattutto per quanti ogni giorno devono acquistare farmaci. Un'altra conferma, ove mai ce ne fosse bisogno, arriva dal Censis: “L’assistenza farmaceutica sul territorio è finanziata sempre meno dal Ssn e sempre più dai cittadini: nell’ultimo quinquennio la copertura pubblica è calata in media di un punto all’anno, dal 65,9% del 2008 al 61% del 2012, mentre la spesa privata è cresciuta nello stesso periodo del 12,3% (“trainata” soprattutto dai ticket, che nel quinquennio si sono appesantiti del 117,3%)”.
Lo studio del Censis analizza le difficoltà in cui si dibatte il nostro welfare in questi difficili anni di crisi: la spesa pubblica per la protezione sociale ammonta a quasi il 30% del Pil e dal 2008 ed è cresciuta di circa il 3,2%. C'è da notare, però, che queste risorse vengono utilizzate male, perché nella Sanità cresce il ricorso al privato e all’intramoenia (ossia l’attività libero-professionale dei medici del Ssn): quasi il 90% degli italiani ha pagato di tasca propria per l’estrazione di un dente, il 57% per una visita ginecologica, il 36% per una riabilitazione motoria. Risultato, cresce la percezione di un Ssn sempre più arroccato: per il 41,2% degli italiani, la Sanità pubblica offre le prestazioni essenziali, il resto è a carico. Questa spesa potrebbe essere ottimizzata con la cosiddetta sanità integrativa, ma circa un italiano su tre non sa che cosa sia e un altro terzo ne ha sentito parlare ma non è in grado di spiegare di che si tratta.
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Fonte: federfarma
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