Emilia Romagna, Umbria e Veneto. Ecco le tre regioni che faranno da benchmark per l’applicazione dei costi standard in Sanità, lo strumento che dovrebbe ridurre le differenze di spesa oggi esistenti tra i servizi sanitari regionali in parecchie voci di bilancio.
La scelta – effettuata da un mazzo di cinque, selezionate a suo tempo dal ministero della Salute – è frutto dell’intesa firmata ieri al termine di un’intensa seduta della Conferenza Stato-Regioni. Tanto che gli altri punti all’ordine del giorno – compresa l’approvazione dello schema sulle modalità delle trattative per i rinnovi convenzionali e l’atto d’indirizzo per il contratto dei medici di famiglia – sono stati rinviati a un nuovo incontro, da organizzare a scadenza ravvicinatissima.
Nel frattempo l’intesa sui costi standard dovrebbe imprimere un’accelerazione al confronto sul nuovo Patto per la salute, che promette di ritagliare spazi ben definiti per la farmacia dei servizi. «Spero che a Natale ci arrivi il regalo del nuovo Patto» è non a caso il commento del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, alla notizia dell’intesa in Stato-Regioni «se non è Natale, che arrivi con i Re Magi». Quanto ai costi standard, prosegue Lorenzin «a regime si prevede un risparmio fra i 3 e i 4 miliardi di euro. Ma al di là delle cifre, avremo un metodo certo per la distribuzione del Fondo sanitario nazionale».
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Fonte: federfarma, ministero della salute
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