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Federanziani, gli sprechi sono colpa delle Regioni

Sanità pubblica Redazione DottNet | 12/12/2013 11:01

Altro che risorse in più alle Regioni, il governo dovrebbe commissariarle in massa per sperpero di denaro pubblico e lesione del diritto alle cure. Voce decisamente fuori dal coro quella che arriva da Federanziani e dal suo presidente, Roberto Messina: il primo problema del Ssn non è rappresentato dall’insufficienza di risorse ma dalle amministrazioni regionali, «il nemico numero uno dei cittadini per quanto concerne la Sanità».

 La riflessione è conseguenza dei dati presentati a Roma da Sic-Sanità in cifre, il centro studi di Federanziani, nel tradizionale Compendio che a fine anno fotografa costi e performance del Ssn. Il quadro che ne risulta evidenzia stridenti contraddizioni: in dieci anni, tra il 2001 e il 2011, la spesa sanitaria è cresciuta del 48%, da 76 a 112,3 miliardi di euro, ma non per colpa dei malati che crescono o di un’assistenza più estesa, perché nello stesso periodo la popolazione è calata dell'1,55% e le giornate di degenza sono scese soltanto nel 2009 da 73 a 69 milioni circa. Invece, nello stesso anno i dipendenti del Ssn sono aumentati di 7.624 unità (per poi restare sostanzialmente stabili grazie al blocco del turn over) e soprattutto persistono gli sprechi su spese di Asl e ospedali come lavanderia, pulizia, materiali di guardaroba, prodotti alimentari e mensa, utenze telefoniche, riscaldamento e premi assicurativi. Ogni anno, è la valutazione del centro studi, si registrano in media inefficienze pari al 35% della spesa sostenuta, ossia più di 4 miliardi di euro. «Gli sprechi e le inefficienze delle Regioni» ha detto ancora Messina «danneggiano il diritto alle cure e l’accesso ai farmaci».


Tra gli ospiti dell’incontro anche la presidente di Federfarma, Annarosa Racca, che ha risposto all’invito di Messina perché si realizzi una farmacia «su misura per la terza età». «Teniamo sempre nella massima considerazione le necessità degli anziani» ha assicurato «e se da tempo chiediamo che tutti i farmaci tornino in farmacia è proprio perché sappiamo che la diretta è un disagio innanzitutto per i meno giovani. Stesso discorso a proposito di farmacia dei servizi: siamo convinti che affidare alle farmacie il monitoraggio dell’aderenza alle terapie sia un’importante leva in chiave appropriatezza ed efficacia delle cure, soprattutto per gli anziani in politrattamento». Critico nei confronti della distribuzione diretta e di una spesa farmaceutica sbilanciata a sfavore del territorio anche Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg: «I convenzionati sono sottoposti a controlli e misure di contenimento di ogni genere» ha ricordato «altrove invece gli sprechi sopravvivono indisturbati». 

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Fonte: federanziani, federfarma

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