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Crediti, piccoli passi avanti. Serrata a Catanzaro

Farmacia Redazione DottNet | 12/12/2013 16:01

Sul fronte dei crediti vantati dalle imprese del settore biomedicale nei confronti di asl e pubbliche amministrazioni, la situazione è migliorata, ma si è ancora lontani dall'essere soddisfatti. Questa in sintesi la situazione, come spiega Luigi Boggio, vicepresidente di Assobiomedica, a margine della presentazione di un rapporto sull'imprese biomedicali in Lombardia presso la sede della Regione.

 ''Il 2013 è stato un anno positivo tutto sommato - spiega - perché si è passati dai 300 giorni del 2012 entro cui le imprese erano pagate, a 220 giorni rilevati a ottobre 2013. I crediti vantati dalle imprese ammontano ora a 4 miliardi di euro, contro i 6 miliardi precedenti''. Un miglioramento da ascrivere, secondo Boggio, sia ''agli stanziamenti del Governo, sia alla pressione fatta dalle aziende e la 'sensibilità' portata nelle regioni''. Tuttavia l'emergenza non è assolutamente passata e c'è un fenomeno che preoccupa: ''i crediti freschi di quest'anno, che avrebbero dovuto essere pagati entro 60 giorni - continua - come previsto dalla legge, non sono mai stati pagati in questi termini. Solo il Trentino l'ha fatto, ma lo faceva già da prima, mentre la Lombardia continua a rimanere sui 90 giorni. Nessuno quindi sta applicando la legge''. La preoccupazione delle imprese è che, finita l'ondata di finanziamenti che ha consentito agli enti pubblici di pagare una parte dei crediti, ''il monte credito riprenderà ad aumentare - conclude Boggio - Aspettiamo i nuovi finanziamenti, che dovrebbero arrivare all'inizio del 2014, che dovrebbero darci un po' di respiro. Comunque, anche se la situazione è migliorata, siamo ancora lontani dall'obiettivo''. 

L'assemblea provinciale di Federfarma Catanzaro ha deliberato lo stato di agitazione nell'assistenza farmaceutica consistente nella chiusura volontaria di tutte le Farmacie della Provincia di Catanzaro, operanti nel territorio di competenza della Azienda Sanitaria provinciale di Catanzaro, per l' intera giornata del 7 gennaio 2014, "ad eccezione delle farmacie tenute ad espletare servizio continuativo in base ai turni determinati in base alla normativa vigente dalle diverse Aziende Sanitarie territorialmente competenti". Lo si apprende da un comunicato stampa dell'associazione.

"Persiste a danno delle farmacie private - lamenta Federfarma - il ritardo dell' Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, nei pagamenti degli importi dovuti per l'erogazione dei farmaci ai cittadini in regime di convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale. Tale ritardo rappresenta una seria minaccia alla sopravvivenza di alcune farmacie del territorio ed, al contempo, all'intero sistema farmaceutico che si fonda su un regolare meccanismo di pagamento previsto da una Convenzione nazionale, da troppo tempo puntualmente disattesa dall'ASP di Catanzaro. I titolari di farmacia vivono anch'essi le difficolta' del "particolare momento storico" e ogni ritardo nei pagamenti, anche "di soli 70 giorni" assume particolare gravita', contabilmente e compiutamente documentabili: ai farmacisti spettano 10.128.386,06 euro riferiti a settembre 2013 e ottobre 2013 ed un ritardo" di soli 70 giorni" ad un tasso del 5,50% costa 105.479,45 euro per interessi che i farmacisti devono pagare alle banche che hanno anticipato le somme non pagate dalla ASP.  I farmacisti della Provincia di Catanzaro, stanchi di assistere alla grave violazione di legge posta in essere dalla Parte pubblica, per la quale - si legge - stanno gia' attivando i necessari meccanismi giudiziari, denunciano l'assoluto e palese disinteresse dei responsabili dell'ASP di Catanzaro manifestatosi dapprima con il diniego di qualsivoglia forma di confronto e concertazione attendendo invano la mancanza della benche' minima risposta, ufficiale e non, da parte dell'ASP di Catanzaro alle istanze di Federfarma Catanzaro, in seguito, non prendendo parte e senza inviare qualificati delegati, all'udienza tenutasi dinanzi al Prefetto di Catanzaro Raffaele Cannizzaro, il 10 dicembre scorso, per la quale vi era stata una formale convocazione, prevista dalla legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali per indurre le parti alla conciliazione e scongiurare quanto piu' possibile l'astensione collettiva".

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Fonte: assobiomedica

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