Più competenze agli infermieri: ma i medici si oppongono. Il riordino delle professioni sanitarie è tornato di nuovo al centro dell'attenzione con l'obiettivo di dare più spazio ai paramedici e liberare così dall'eccessivo lavoro i camici bianchi.
Ci aveva provato l'ex ministro Balduzzi e adesso ci sta lavorando Beatrice Lorenzin aprendo il tavolo sul tema dell’Implementazione delle competenze delle professioni sanitarie e introduzione delle specializzazioni, promosso dal ministero della salute. La reazione delle rappresentanze sindacali dei medici non si è fatta attendere puntando il dito contro gli “infermieri simil medici”, con il duplice scopo di tutelare anche le altre categorie professionali affini preoccupate di ciò che potrebbe accadere con la rivisitazione delle competenze infermieristiche . Facendo un passo indietro, nel 2011 si avviò il dibattito in materia, e in quell'occasione l’ordine dei medici di Bologna aveva dichiarato guerra alla delibera della regione Toscana del “See and treat”, un modello angloamericano di riorganizzazione sanitaria che abilitava gli infermieri a fare diagnosi per piccoli casi. L'anno successivo fu la volta del documento che il ministero della salute stilò d’intesa con gli assessorati regionali della sanità per ridefinire le future competenze degli infermieri. Scatenando la polemica della componente medica che ebbe la meglio e il progetto finì nel cassetto. Adesso il ministro Lorenzin riparte con una bozza di accordo tra il governo e le regioni “recante ridefinizione implementazione e approfondimento delle competenze e delle responsabilità professionali dell’infermiere e dell’infermiere pediatrico” che punta sì ad assegnare nuove competenze alla professione infermieristica ma anche a ridisegnare un nuovo rapporto medico-chirurgo. Secondo il Dicastero i motivi per avviare un discorso di questo tipo non mancano: aumenta l’età media della popolazione, che associata all’evoluzione scientifica e tecnologica, richie cambiamenti assistenziali, organizzativi e formativi. E quindi anche di rivedere ruoli e competenze di tutti i professionisti del settore. Rivedere le competenze significa, come dice la bozza dell’accordo, modificare il “ruolo professionale” dell’infermiere e definire “una nuova autonomia e responsabilità professionale”, con una potenziale differenziazione nei diversi contesti regionali e soprattutto attribuendo all’infermiere funzioni avanzate, in connessione con gli obiettivi di prevenzione, cura, assistenza e riabilitazione, previsti dalla programmazione sanitaria nazionale e regionale. I sindacati intanto sono sul piede di guerra: hanno inviato una lettera al ministro a Fadda dove confermano il loro no alla bozza di accordo per le nuove competenza infermieristiche.
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Fonte: sindacati, italia oggi, QS
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