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Grosseto, farmacie pubbliche senza acquirenti

Farmacia Redazione DottNet | 20/01/2014 13:11

Farmacie pubbliche senza acquirenti a Grosseto, dove mercoledì è andata deserta la prima asta per la vendita della spa gestita in partecipazione da municipio, comune di Scansano e Codifarma. E’ un copione che ormai si ripete di frequente in questo genere di alienazioni: colpa di una domanda che non è più quella di un tempo o di richieste economiche che, invece, sono ancora quelle di un tempo.

Comunque sia, il fallimento della gara grossetana rischia di rimettere tutto in discussione, perché una clausola del bando stabilirebbe che in caso di mancata cessione tutti gli accordi di covendita tra i soci decadono. In sostanza, l’operazione dovrà ripartire da zero e a quel punto l’amministrazione potrebbe anche avere un ripensamento, visto che una parte delle forze politiche e della cittadinanza continua a essere contraria alla cessione.
Asta deserta anche a Ceriate, in provincia di Savona: era settembre e l’offerta base per l’acquisto della farmacia municipale ammontava a circa 2 milioni di euro, ma nessuno si fece avanti. Il comune ha valutato seriamente l’ipotesi di abbassare la base d’asta ma alla fine il nuovo bando, pubblicato la settimana scorsa, riconferma la prima richiesta. Problemi anche a Campobasso, dove il comune vorrebbe vendere una delle tre farmacie presenti in città ma una raccolta di firme cerca di scongiurarlo; quella farmacia, però, l’amministrazione aveva già cercato di darla via, l’anno scorso: la prima gara, base d’asta 2,3 milioni di euro, andò deserta e la stessa fine fece anche la seconda, nel giugno, nonostante una cospicua sforbiciata dalla richiesta iniziale (scesa a 1,6 milioni).


Cittadini contro anche a Casapulla, in provincia di Caserta, dove il comune vorrebbe vendere la farmacia per recuperare risorse da investire in opere pubbliche (in realtà per ridurre il deficit, accusano gli oppositori). A Tortona, in provincia di Alessandria, non ci sono invece notizie di sollevazioni tra i residenti ma questo non autorizza a immaginare un percorso in discesa per la cessione delle due farmacie comunali della cittadina: il municipio deve assolutamente vendere perché la società di gestione – la Farmacom – è irregolare (viola la legge che vieta la costituzione di società strumentali da parte dei comuni con meno di 30mila abitanti), ma già il bando di vendita lanciato nel 2011 andò più volte deserto.
A Terni, infine, per le dieci farmacie pubbliche si profila la privatizzazione: il consiglio comunale, infatti, ha dato il via libera finale alla trasformazione dell’Azienda speciale in spa, con l’obiettivo di vendere una quota del pacchetto alla prima occasione utile. Sempre che si trovino compratori, ovviamente. 

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Fonte: federfarma

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