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Tumori, i pazienti costretti ad acquistare i farmaci oncologici

Oncologia Redazione DottNet | 25/02/2014 17:01

I ritardi nell'introduzione di farmaci oncologici innovativi nei prontuari sono arrivati a livelli tali che alcuni malati sono costretti a pagarli di tasca loro o a rinunciare se non se li possono permettere. .

Lo hanno denunciato gli esperti della fondazione Insieme contro il Cancro durante la presentazione di un position paper sullo stato dell'oncologia in Italia, sottolineando che le leggi che dovrebbero evitare i ritardi sono disattese. ''Una volta approvati dall'autorità europea i farmaci innovativi finiscono nella classe Cnn, in cui possono essere acquistati dagli ospedali, in attesa che l'Aifa li inserisca nel prontuario nazionale e le varie Regioni nei propri per il rimborso da parte del Ssn - spiega Francesco Cognetti, oncologo e presidente della Fondazione -. Quello che succede è che molecole che potrebbero salvare le vite dei pazienti rimangono in questo limbo per due anni, e chi può li compra di tasca sua, spendendo decine di migliaia di euro, perché gli ospedali non li acquistano. Questa è una discriminazione in base al censo inaccettabile''. Una norma contenuta nel decreto del Fare del governo Letta prevedeva che l'Aifa impiegasse al massimo 100 giorni per l'approvazione. ''Ma questa norma non viene rispettata - spiega Cognetti - anche per farmaci che la stessa Aifa considera ad elevato impatto''. Una possibile soluzione è indicata proprio nel documento presentato oggi. ''L'Aifa dovrebbe concentrare gli sforzi sulle terapie realmente innovative e indispensabili, che non sono molte - spiega Cognetti - anche lasciando indietro altri farmaci meno importanti. Inoltre andrebbero aboliti i prontuari regionali, che generano le discriminazioni.

Non è possibile che un malato possa ricevere o no dei farmaci a seconda della regione dove vive''. Con una riorganizzazione degli ospedali che tagli le strutture più piccole a favore delle reti fra centri di riferimento le liste d'attesa per i malati di tumore si ridurrebbero del 30%, facendo risparmiare risorse e aumentando la sicurezza dei malati. Il documento contiene una analisi dello stato attuale delle terapie oncologiche italiane, che pur presentando molte luci hanno diversi aspetti da correggere. ''Il nostro sistema di cura è uno dei più efficienti al mondo - afferma Francesco Cognetti, oncologo e presidente della Fondazione - ma tagli lineari, liste d'attesa e scarso sostegno alla ricerca rischiano di compromettere la qualità dell'assistenza''. Secondo il documento ad esempio su 1015 centri in Italia che si occupano di cancro al colon solo 196 sono adeguati per dimensioni e presenza di servizi indispensabili, mentre per il polmone sono 193 su 702. Fra gli altri problemi individuati ci sono il calo dei finanziamenti alla ricerca e la disparità regionale nell'accesso ai farmaci innovativi. ''Il position paper della fondazione - ha commentato Gianni Letta, membro del comitato d'onore - rappresenta uno strumento decisivo per impostare programmi di politica sanitaria''. 

Il position paper sull'oncologia in Italia

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Fonte: insieme contro il cancro

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