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Lorenzin, in autunno il piano antifertilità

Sanità pubblica Redazione DottNet | 09/07/2014 19:17

Un piano nazionale per la fertilità per invertire il fenomeno della culla vuote in Italia sarà presentato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin in autunno con interventi sanitari e sociali. L'obiettivo è quello, ha spiegato lo stesso ministro nel suo intervento durante la presentazione del rapporto Welfare Italia del Censis Unipol

 ''Il vero problema e' quello demografico'' ha detto Lorenzin spiegando l'obiettivo del progetto. ''Le persone spesso non sono a conoscenza della curva della fertilità. E' necessario agganciare misure politiche di tipo sociali a favore delle famiglie e della natalità''.  Per il ministro potranno servire misure straordinarie per quello che riguarda la prevenzione della infertilità, partendo dai controlli e la prevenzione della salute riproduttiva femminile e maschile. ''Questo per dare alle persone una vera possibilità di opzione delle scelte della propria vita'', ha concluso il ministro, intervenuta ad un convegno per la presentazione del rapporto Censis Unipol.



Per l'autunno sono attesi anche altri provvedimenti per il settore a partire da quello per regolare la fecondazione eterologa.

E il ministero della Salute ha pubblicato i dati della relazione sull'applicazione della Legge 40, che regola la procreazione medicalmente assistita. Nel 2012 sono leggermente diminuite le coppie che si sono rivolte ai centri specializzati per la Procreazione Medicalmente Assistita, Pma, diminuiti anche i cicli eseguiti, ma aumentate le gravidanze ottenute e i nati. Intanto si conferma la tendenza a un aumento del numero dei centri privati - 218 nel 2012, erano 185 al 31 gennaio 2009 - e a una diminuzione di quelli pubblici e privati convenzionati - 137 nel 2012, erano 156 al 31 gennaio 2009.  I cicli di trattamento aumentano in tutti i centri.

 

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Aumentano lievemente i parti gemellari, mentre quelli trigemini sono stabili all'1,4%, molti di più rispetto alla media dell' 1,0% della media europea registrata nel 2010. Lievemente in crescita anche l'età delle donne che accedono alle tecniche 'a fresco': nel 2012 è stata pari a 36,5 anni al di sopra del corrispettivo dato europeo che, per il 2010, si attestava ad un valore di età media di 34,7 anni. ''Il costante crescere dell'età delle donne italiane che ricorrono alle tecniche di Pma, unito alle rilevazioni Istat che certificano la diminuzione dei nati, segnala con forza un allarme sociale da non sottovalutare" commentano Paola Ricci Sindoni e Domenico Coviello, presidente e copresidente nazionali dell'Associazione Scienza & Vita.  Filomena Gallo, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni, sottolinea invece proprio in seguito all'intervento della Corte Costituzionale nel 2009 sono aumentate le gravidanze e i nati e che si è stabilizzata la diminuzione delle gravidanze plurime che erano determinate dall'obbligo di trasferimento in utero di tutti gli embrioni prodotti. ''Nei prossimi mesi gli ultimi divieti della legge 40 potrebbero essere cancellati dalla Corte Costituzionale, preso  atto della latitanza del Governo e del Parlamento. Renzi fa dichiarazioni su tutto - conclude Gallo - ma non si è mai espresso sulla fecondazione né intende prendere iniziative politiche per intervenire sui brandelli della legge 40''..

 

fonte: unipol

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