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L'Ssn non riconosce gli autistici maggiorenni

Medicina Generale Redazione DottNet | 01/12/2008 19:05

Superata la maggiore età, i pazienti autistici diventano veri e propri ''fantasmi'' per il Servizio sanitario nazionale (Ssn).

Lo dicono gli esperti riuniti a Milano per il Congresso nazionale della Società italiana per la ricerca e la formazione sull'autismo (Sirfa), che chiedono al ministero del Welfare di attivare una rete di sostegno per questi pazienti dimenticati. ''La maggior parte degli psichiatri italiani - afferma Carlo Lenti, neuropsichiatra infantile dell'università di Milano e presidente della Sirfa - vede l'autismo come un disturbo dell'età pediatrica, e non come una malattia che accompagna il paziente per tutta la vita. Dopo i 18 anni, quando escono dalla neuropsichiatria infantile, gli autistici si perdono, vengono abbandonati a loro stessi e alle loro famiglie, o ricoverati in istituti''. La loro scomparsa dai servizi, aggiunge Francesco Barale, psichiatra dell'università di Pavia, ''è un grosso problema sociale: basti pensare che l'autismo colpisce da una a cinque persone ogni mille.

Per far fronte a questa situazione stanno nascendo iniziative spontanee, come quella di Cascina Rossago, nell'Oltrepò pavese, una comunità agricola che ospita 24 pazienti tra 18 e 43 anni. Ma non basta''. Per questo il ministero del Welfare dovrebbe ''richiamare l'attenzione degli psichiatri sul problema - aggiunge Barale - e attivare una rete di sostegno, perchè se seguiti in un ambiente adeguato e stimolante, gli autistici possono migliorare ed esprimere incredibili potenzialità''.

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