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Censis, gli italiani più maturi nell'uso dei farmaci

Farmaci Redazione DottNet | 07/12/2008 18:54

Il rapporto tra italiani e farmaco sembra avviarsi verso una nuova maturità, in termini di consapevolezza e capacità di fruizione. E' quanto emerge dall'ultimo rapporto del Censis nella parte dedicata al sistema di assistenza.

Secondo gli autori dello studio si tratta di gestione tendenzialmente appropriata, sottolineata anche dai valori relativi all'andamento della spesa farmaceutica territoriale:ad una discesa della spesa farmaceutica pubblica (dovuta in parte alla introduzione sul mercato di un numero consistente di farmaci equivalenti con brevetto scaduto) corrisponde infatti una sostanziale stabilità negli ultimi anni della spesa farmaceutica privata.
I CONSUMI: Il quadro dei consumi farmaceutici del 2007 vede i farmaci di classe A, quelli a carico del Servizio sanitario nazionale, rappresentare il 61,4% del totale della spesa, mentre i medicinali di classe C sono circa il 25,0%, il 13,2% è costituito da medicinali di fascia C con ricetta, e l'11,7% da farmaci di automedicazione (l'11,4% venduto attraverso il canale delle farmacie pubbliche e private e lo 0,3% tramite esercizi commerciali.


FARMACI E CRONICITA': per il Censis è l'80% degli italiani, secondo l'ultima ricerca del Censis-Fbm realizzata nel 2008, a ritenere che il farmaco contribuisca alla possibilità di convivere con le patologie a lungo decorso, quota cresciuta di quasi il 26% rispetto al 2002, è il 76% (+15,7% rispetto al 2002) a condividere l'importanza del contributo del farmaco al miglioramento della qualità della vita ed infine è quasi il 54% a ritenere importante il contributo del farmaco alla sconfitta delle malattie mortali (+14% rispetto al 2002).
L'AUTOCURA : Il fenomeno del ''fai da te'' in caso di disturbi percepiti come lievi figura ormai come una pratica acquisita da larga parte degli italiani ed esercitata attraverso comportamenti sempre più responsabili e consapevoli.

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Alle reazioni iniziali alla malattia esiste una cesura netta tra comportamenti attuati in risposta ai sintomi gravi e lievi. In caso di sintomi gravi, oltre il 73% degli italiani consulta subito il medico di medicina generale. Dagli studi risulta più articolato l'insieme dei comportamenti reattivi in caso di sintomo percepito come lieve: il 47,6% tenta infatti di curarsi ''da solo'', stando a casa, controllando l'alimentazione e/o con il risposo, e questa quota cresce al crescere dell'età degli intervistati e anche del titolo di studio.
RESPONSABILITA' NELL'ACQUISTO: L'approdo ad un atteggiamento di new responsibility si riscontra anche per il loro acquisto e soprattutto per la diffusione dei generici/equivalenti. Diminuisce la diffidenza nei confronti degli equivalenti, e ciò significa anche la dismissione dall'idea di farmaco ''feticcio'' e l'affermazione del primato del principio attivo (della sostanza del farmaco) rispetto all'elemento familiare e rassicurante, ma superficiale, costituito dal marchio. Oggi più di un italiano su due è in grado di definire correttamente il profilo dei farmaci generici; quanto ai consumi consumi dai dati Osmed e Assogenerici affermano che nel 2007 la quota di farmaci equivalenti di classe A sul totale delle dosi giornaliere distribuite dal Ssn ha raggiunto il 30,7%, dato in costante aumento; il ricorso ai farmaci generici equivalenti di fascia C (Otc e Sop, medicinali per cui i margini di autonomia dei cittadini sono assolutamente decisivi), pur essendo limitato a quote minoritarie di popolazione, mostra andamenti nell'ultimo triennio in leggera crescita.
 

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