'L'influenza suina non contagia l'uomo, anzi, potrebbe accadere il contrario. È dunque improprio parlare di influenza in questi termini'': e' il ministero della Salute a spiegarlo in una nota nella quale afferma anche che i ''suini italiani godono di ottima salute''. Poche le preoccupazioni anche sull'andamento dell'epidemia. ''Al momento si contano 50 persone in terapia intensiva su milioni di casi.
Numeri che rientrano nelle normali statistiche''. I virus influenzali che circolano abitualmente nei suini non sono associabili ai ceppi della variante di influenza H1N1 che stanno interessando in questi giorni la popolazione a livello nazionale, si legge ancora nella nota, e i risultati dei controlli dell'ISS hanno evidenziato come sia più facile che questo virus, di origine animale ma oramai da tempo diffuso nella popolazione, si trasmetta semmai dall'uomo al suino. E' da escludersi quindi qualsiasi collegamento tra influenza suina e umana.
Il picco influenzale non è ancora arrivato e c'è l'incognita rappresentata dal virus H3N2 che sta girando in Nord Europa e negli Stati Uniti. A fotografare la situazione Maria Triassi direttore del Dipartimento di Sanità pubblica del Policlinico della Federico II di Napoli. ''Quest'anno - ha spiegato Triassi - l'influenza ci accompagnerà fino alla metà di febbraio perché, rispetto agli altri anni, si è diffusa più tardi''. Un virus, quello che sta girando e colpendo la popolazione, ''serio'' la cui caratteristica ''principale è data dalla persistenza dei sintomi, soprattutto respiratori''. Il nuovo virus, l'H3N2, rispetto all'H1N1 - spiega Triassi - ''è più aggressivo, ma non bisogna generare allarmismo perché la situazione non è tragica''. Tanti i casi di influenza tra la popolazione dovuti - secondo Trassi - anche ''alla minore vaccinazione tra la popolazione causata dal 'caso Fluad' che ha generato paura e ha allontanato le persone dal vaccino, soprattutto i giovani e i bambini che sono più esposti''. Le raccomandazioni per tentare di evitare di contrarre il virus influenzale sono ''lavarsi bene e spesso le mani, evitare i luoghi affollati e areare i locali con frequenza''. Influenza che sebbene stia mietendo molte 'vittime' - secondo Trassi - non è la causa del caos nei pronto soccorsi degli ospedali cittadini. ''Purtroppo - conclude - il problema è che negli anni molti presidi sono stati chiusi e l'offerta di pronto soccorso è diminuita''.
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