Fino al 40% pazienti con problemi di schizofrenia e psicosi risponde poco ai farmaci antipsicotici e continua a mostrare sintomi psicotici anche gravi. Per migliorare il trattamento e la gestione dei malati adulti e inizio della malattia prima dei 60 anni, il National Institute for Health and Care Excellence (Nice) inglese ha individuato otto standard di qualità per l'assistenza. A segnalarlo è l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa).
Attualmente, sia in ospedale che in comunità, i farmaci antipsicotici sono il trattamento principale per la psicosi e la schizofrenia. ''Ci sono prove consolidate sulla loro efficacia - rileva il Nice - sia nel trattamento degli episodi psicotici acuti che nel prevenire le ricadute, in combinazione con interventi psicologici. Tuttavia rimangono dei problemi'', come la scarsa risposta ai farmaci appunto. Da qui le nuove raccomandazioni del Nice: la prima è di iniziare il trattamento entro 2 settimane dal primo episodio di psicosi, e poi quella di offrire una terapia cognitivo-comportamentale per la psicosi (CBTp). Unita ai farmaci antipsicotici, o da sola se il farmaco viene rifiutato, può infatti migliorare i sintomi. Il Nice raccomanda inoltre di garantire specifiche valutazioni sulle condizioni di salute complessive, insieme a programmi di alimentazione sana, attività fisica e per smettere di fumare.
Gli adulti con psicosi o schizofrenia sono più a rischio di essere fumatori, obesi e diabetici. Tutti fattori che contribuiscono a ridurre di 15-20 anni la loro speranza di vita rispetto alla popolazione generale. Attualmente, solo il 5-15% delle persone con schizofrenia è impegnata in un'attività lavorativa. Perciò il Nice raccomanda programmi di sostegno al lavoro per chi vuole lavorare. La disoccupazione, infatti, può avere un effetto negativo sulla salute mentale e fisica degli adulti con psicosi o schizofrenia. Tra le altre raccomandazioni anche l'erogazione di terapie anche per familiari e accompagnatori.
fonte: ansa
Via libera da Aifa, riduce i sintomi intestinali senza l'uso di steroidi
Lo studio sperimentale di fase III è stata la più ampia sperimentazione sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ad oggi mai condotta, in corso presso circa 400 centri e in oltre 30 Paesi
Lo rivela la prima analisi globale sull'argomento pubblicata sulla rivista The Lancet e condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) Project
La dose giornaliera del farmaco contro il diabete ha preservato la cognizione e ritardato il declino di alcuni tessuti
Via libera da Aifa, riduce i sintomi intestinali senza l'uso di steroidi
Lo studio sperimentale di fase III è stata la più ampia sperimentazione sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ad oggi mai condotta, in corso presso circa 400 centri e in oltre 30 Paesi
Lo rivela la prima analisi globale sull'argomento pubblicata sulla rivista The Lancet e condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) Project
La dose giornaliera del farmaco contro il diabete ha preservato la cognizione e ritardato il declino di alcuni tessuti
Commenti