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I polmoni dei tabagisti inquinano

Pneumologia Redazione DottNet | 11/12/2008 11:20

I nemici dell'ambiente? Non sono solo i tubi di scarico delle automobili e le stufe a carbone. Anche i polmoni degli irriducibili del tabacco inquinano. Parola di esperti Ue. I fumatori, soltanto respirando, immettono nell'aria sostanze tossiche come polveri sottili e monossido di carbonio (CO). Tanto che per non “avvelenare” l'aria di una stanza non basta che fumino in balcone. Dovrebbero restare fuori per tre minuti e aspettare che il loro respiro si depuri. Proprio sui veleni che si raccolgono nei polmoni degli “stregati dalla sigaretta” poggia la campagna europea di prevenzione al tabagismo 'Help-Per una vita senza tabacco.

Per convincere anche i più scettici dei danni da fumo i promotori dell'iniziativa, finanziata dalla Commissione europea con 60 milioni di euro per 4 anni di attività, hanno deciso di testare la qualità del respiro, mostrando a ciascuno i suoi livelli di monossido di carbonio relativi al tabacco. "Il risultato osservato in molti fumatori è stato spaventoso", racconta Emile Clemens, della società Ligaris Europe che ha coordinato la campagna nei 27 Paesi membri. "I livelli di CO nei loro polmoni erano di circa 25 parti per milione, e nei forti fumatori arrivavano anche a 60, quando i livelli di guardia dell'inquinamento da CO presente nelle città dell'Ue è fissato per legge a 8,5 parti per milione". Nei gazebo allestiti in tutta Europa per la campagna si sono sottoposte al test 340 mila persone. In Italia, dove si contano 12 milioni di tabagisti (di cui oltre un milione tra i 15 e i 24 anni), hanno partecipato oltre 6 mila. In particolare giovani, fumatori e non. Nei quattro anni di campagna (partita nel 2005), i livelli di monossido di carbonio misurati nei non fumatori sono progressivamente diminuiti del 28%. Un respiro più “pulito” merito delle politiche di prevenzione, dicono gli esperti.
"Le leggi anti-fumo, o in molti Paesi il rialzo dei prezzi dei pacchetti di sigarette, hanno avuto effetto soprattutto sulla qualità dell'aria che si respira, per esempio, nei locali o negli uffici", ha spiegato Cinzia De Marco, dell'Unità di prevenzione danni da fumo dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano. Ma il tasso di “avvelenamento” è rimasto più o meno invariato per i fumatori, sui quali si è osservato un calo dei livelli di monossido di carbonio pari al 6%.
Fra le iniziative targate 'Help' che, osserva Clemens, "puntavano a far diventare il 'non fumo' un marchio apprezzato fra i giovani più di quelli delle sigarette", era previsto il passaggio di otto spot su 96 canali tv nazionali. Nonché una massiccia presenza nei new media amati dai giovani, con filmati in stile Youtube e siti 'grotteschi' come il 'Nicomarket' (in cui provocatoriamente si vendeva deodorante per ambienti al gusto di nicotina per ravvivare le feste). Non solo: nel sito ufficiale della campagna (www.help-eu.com), che ha registrato 7milioni di visitatori, è stato attivato un servizio di aiuto via e-mail per chi vuol smettere di fumare, al quale si sono rivolte 140 mila persone.
 

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