Farmaci salvavita, anti tumore e tutti di fascia H (ovvero destinati agli ospedali) erano diventati oggetto di una rete di furti, ricettazione e riciclaggio che li faceva confluire in un mercato parallelo destinato all'Estero.
Questo, in alcuni casi, interrompendo la "catena del freddo": la procedura di conservazione e trasporto necessaria a preservarne l'integrità. L'ha scoperto una maxi indagine, "Pharmatraffic", dei carabinieri del Nas di Milano, coordinata dalla Procura di Monza, che ha portato all'arresto di 19 persone (6 in carcere e 13 ai domiciliari) e al sequestro di beni per oltre 23 milioni di euro. Gli arrestati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione, riciclaggio e commercio internazionale di farmaci.
"Le menti dell'organizzazione erano i grossisti italiani, precisamente - spiega il procuratore aggiunto di Monza Luisa Zanetti - i farmaci sottratti direttamente alle aziende farmaceutiche, nei magazzini ospedalieri o durante il loro trasporto, venivano rivenduti all'estero dopo essere stati ripuliti della provenienza grazie a fatturazioni fittizie emesse da società estere". Per il magistrato, "grave è il fatto che in questo modo si sia interrotta spesso la catena del freddo", mentre "fa riflettere che fino ad oggi la legge abbia permesso che farmaci del genere fossero trasportati da persone non debitamente preparate, o sub appaltati. Un sistema che andrebbe rivisto". L'indagine, inizialmente difficoltosa a causa della mancata denuncia dei furti da parte di ospedali e aziende farmaceutiche, ha visto la collaborazione tra Nasforze di polizia inglesi, tedesche e svizzere. "Il danno complessivo ad ospedali e aziende farmaceutiche è stimato intorno a 30 milioni di euro - commenta il Colonnello Demetrio Conti, comandante gruppo tutela salute carabinieri di Milano - Il guadagno partiva da un furto minimo di confezioni, pensiamo che una sola medicina al pezzo poteva arrivare a costare 11.000 euro".
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