Reparti di Pronto Soccorso presi d'assalto, letti riempiti negli ospedali e, soprattutto, centinaia di morti in più. Dopo il cosiddetto 'caso Fluad', con il calo delle vaccinazioni negli anziani, l'epidemia di influenza appena conclusa inizia a presentare il conto. I primi dati sono emersi durante il convegno "La longevità nasce dalla prevenzione. Il contributo della vaccinazione per la salute dell'anziano", promosso da Italia Longeva oggi a Roma.
''Stiamo facendo come Istituto Superiore di Sanità uno studio per valutare gli effetti del calo delle vaccinazioni che c'è stato, valutabile intorno almeno al 25-30% - ha affermato Walter Ricciardi, commissario straordinario dell'istituto - ma i risultati preliminari ci dicono che un eccesso di mortalità c'è stato, oltre agli ottomila morti che sono la norma ogni anno ce ne sono stati alcune centinaia in più''. La stagione influenzale, ha sottolineato Carlo Signorelli, presidente della Società Italiana di Igiene (Siti), si è chiusa con quasi sei milioni di casi, più della media, e gli effetti psicologici del caso Fluad potrebbero farsi sentire per anni.
Sull'efficacia e la sicurezza del vaccino, ha sottolineato Roberto Bernabei, Presidente di Italia Longeva, non ci sono dubbi. ''Da uno studio sugli anziani nelle Residenze sanitarie assistenziali, quelli cioè in condizioni peggiori, è emerso che il rischio di morte con il vaccino cala del 25% - ha spiegato -. Vaccinare è uno dei segreti della longevità''. Oltre all'influenza, hanno sottolineato gli esperti al convegno, gli altri 'nemici' degli anziani prevenibili sono la polmonite pneumococcica, per la quale nel 2012 in Italia sono morte oltre 9.200 persone con più di 65 anni e anche l'herpes zoster, alias "Fuoco di Sant'Antonio". Il 20-25% dei pazienti over 50, ha spiegato Giancarlo Icardi dell'università di Genova, sviluppa la nevralgia post-erpetica, un dolore neuropatico che può perdurare per anni, tale da impedire una vita normale. Le nuove indicazioni sui vaccini per gli anziani, che contengono anche delle indicazioni sul tetano, che in questa fascia d'età fa oltre 100 morti l'anno, dovrebbero essere recepite dal Piano Nazionale Vaccini, che dovrebbe vedere la luce entro maggio. ''Le vaccinazioni sono estremamente importanti - ha sottolineato il presidente di Federanziani Roberto Messina -, ma serve chiarezza. Ad esempio molti studi dicono che per gli anziani è preferibile il vaccino adiuvato contro l'influenza, perchè si dà l'altro? L'antipneumococco invece deve essere fatto previa richiesta all'ufficio igiene, perchè non può farla il medico di base?''.
Sono state 1,5 milioni le giornate di lavoro perse per l'influenza nella stagione appena terminata, che hanno determinato un costo di 153 milioni di euro. Lo afferma una stima della Camera di Commercio di Milano, che 'incorona' Roma come capitale anche di questa malattia, con 111mila giorni persi. Secondo i dati, presentati a un convegno sulle vaccinazioni organizzato da Italia Longeva e che si riferiscono al periodo tra ottobre 2014 e gennaio 2015, nella 'classifica' delle provincie più colpite al secondo posto c'è Milano (92mila giornate perse e 11 milioni di euro di spesa), seguita da Torino, Napoli, Brescia e Bergamo. Per le imprese lombarde il costo stimato è di 33 milioni di euro, oltre un quinto del totale.
Questa stagione ha avuto quasi sei milioni di casi in totale, ''Con coperture vaccinali più alte o con un abbassamento della soglia d'età da 65 a 60 anni, si potrebbero risparmiare centinaia di milioni di euro all'anno - ha affermato Francesco Mennini, Professore di Economia Sanitaria dell'Università di Roma "Tor Vergata" -. Raggiungendo, ad esempio, un tasso di copertura vaccinale per l'influenza del 75%, è stato stimato che in Europa si potrebbero risparmiare 35.000 vite e 438 milioni di euro ogni anno''. Ogni stagione influenzale, ha sottolineato Mennini, in Italia genera circa 2,86 mld euro costi. ''Con la vaccinazione di tutti sopra 18 anni - ha sottolineato durante il convegno - diventerebbero 1,56 mld, con un risparmio di 1,3 miliardi, ampiamente sufficiente a coprire i costi per le vaccinazioni. Anche soltanto un aumento di un terzo della popolazione da vaccinare può essere realizzato senza incidere sul budget, soltanto agendo sulle razionalizzazioni dei costi dovute ad esempio ad un uso più appropriato degli antibiotici''.
Fonte: ansa
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