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Marche, via libera dall'Agenzia delle Entrate all'intesa Dpc

Farmaci Redazione DottNet | 17/04/2015 15:09

Ha ricevuto il via libera dell’Agenzia delle Entrate la dpc modello Marche, l’accordo sulla distribuzione per conto firmato esattamente due anni fa da Regione, Federfarma, Assofarm e Codin (il Consorzio dei grossisti marchigiani).

La particolarità dell’intesa, che di fatto pattuisce una distribuzione “per conto” ma non “in nome”, sta nei rapporti commerciali tra Asl e filiera: l’Azienda sanitaria, in sostanza, acquista i farmaci dai produttori con lo sconto della diretta e quindi li “vende” a grossisti e farmacie, che per ottenere il rimborso Ssn fatturano il prezzo di acquisto maggiorato dei compensi pattuiti nell’accordo regionale (3,50 euro a pezzo iva esclusa, che sale a 4 euro per le rurali sussidiate, più il 2,15% al distributore).

Il vantaggio del modello risiede nel fatto che con questa formula distributiva si attua nella filiera un vero e proprio trasferimento della proprietà del farmaco, secondo le stesse modalità della convenzionata. Di conseguenza, tutti gli operatori assoggettano gli importi delle fatture all’aliquota iva ridotta del 10% anziché all’ordinaria del 22%, come avviene normalmente nella dpc tradizionale (dove la remunerazione della farmacia diventa onorario professionale).


Questa almeno è quanto hanno fatto finora i firmatari dell’intesa marchigiana, ma ancora mancava un “avallo” ufficiale da parte dell’amministrazione tributaria che confermasse la correttezza dell’impostazione. Ora c’è anche quello, grazie al quesito che Federfarma e Codin hanno inviato nel dicembre scorso all’Agenzia delle Entrate. «La decisione di interpellare il Fisco» spiega il presidente dell’Unione regionale, Pasquale D’Avella «è frutto delle obiezioni sollevate da alcuni dirigenti regionali, che di fatto contestavano le scelte della loro stessa amministrazione. Abbiamo deciso di tagliare la testa al toro, anche se per due anni l’accordo è stato applicato senza alcuna rimostranza da parte del Fisco». Nella loro risposta, anzi, i funzionari delle Entrate definiscono l’accordo marchigiano «in linea con le istruzioni fornite in relazione al modello WMO4U per gli studi di settore delle farmacie».

 

 

fonte: federfarma

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