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Aids, ok per la pillola 4 in 1 di Gilead. La malattia in Italia

Infettivologia Redazione DottNet | 30/11/2015 18:37

Il trattamento è indicato nella Ue per gli adulti e gli adolescenti. Ogni anno 3500-4000 persone sono colpite dal virus nel nostro Paese,

La Commissione Europea ha rilasciato l'autorizzazione all'immissione in commercio per un regime in singola compressa da assumere una volta al giorno per il trattamento dell'infezione da HIV(elvitegravir 150 mg/cobicistat 150 mg/emtricitabina 200 mg/tenofovir alafenamide 10 mg o E/C/F/TAF).

Lo comunica in una nota Gilead. Il trattamento è indicato nella Ue per gli adulti e gli adolescenti (a partire dai 12 anni e di almeno 35 kg di peso) con infezione da HIV-1 senza mutazioni note associate a resistenza alla classe degli inibitori dell'integrasi, emtricitabina o tenofovir.

 

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"Oggi le terapie antiretrovirali - spiega Andrea Antinori, direttore dell'Unità di Hiv/Aids, Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani - vengono prescritte in una quota crescente di pazienti Hiv-positivi con concomitanti comorbosità, a carico di cuore, rene e ossa, più frequenti nella popolazione più anziana. Preservare tali organi e apparati dalle tossicità croniche degli antiretrovirali è obiettivo prioritario della terapia". "Il nuovo farmaco, rispetto ai regimi contenenti l'antiretrovirale Tdf - continua - presenta caratteristiche di elevata potenza antivirale e un significativo risparmio di tossicità, in particolare quelle a carico di rene e osso, sia nei pazienti che iniziano il trattamento, sia in coloro che modificano la terapia in condizioni di già raggiunta soppressione virale. Rappresenta il primo farmaco che contiene sia un inibitore delle integrasi, l'elvitegravir, sia il Taf, un nuovo analogo nucleosidico ad alta concentrazione intracellulare, di elevata potenza e tollerabilità"."Questo farmaco, primo di una serie di medicinali sperimentali del nostro portfolio di prodotti basati su Taf, ha il potenziale di fornire benefici a lungo termine alle persone che convivono con l'Hiv" afferma Norbert W. Bischofberger, Vice Presidente Esecutivo di Gilead.

 

 L'Aids è 'uscito dai radar', in Italia come in gran parte del mondo, con il risultato che le infezioni aumentano e il sogno di debellare la malattia si fa sempre più lontano. L'allarme, comune a tutte le istituzioni, dall'Oms al Centro Europeo di Controllo delle malattie alla Simit, la Società di Malattie Infettive e Tropicali, arriva alla vigilia della giornata mondiale dedicata alla malattia, l'1 dicembre.



Secondo gli infettivologi ogni anno 3500-4000 persone sono colpite dal virus nel nostro paese, un numero in aumento negli ultimi anni, e sono in crescita nei sieropositivi anche le infezioni da sifilide. "Esistono - spiega Francesco Castelli, Clinica di Malattie Infettive e Tropicali della Università di Brescia - evidenze di una sinergia negativa tra infezione sifilitica ed infezione da HIV, con un impatto peggiorativo della sifilide sulla infezione da HIV ed una maggiore suscettibilità dei pazienti HIV-positivi alle forme più gravi e neurologiche della sifilide (neurosifilide). Appare dunque essenziale una diagnosi precoce della infezione sifilitica nei pazienti". Secondo la Simit invece non c'è nessun rischio epidemia derivante dalle migrazioni. "Si pensi - scrivono gli esperti - che almeno il 20% della diffusione del virus dell'HIV tra i migranti riguarda il contagio che avviene dopo l'arrivo in Italia: questo è il risultato di uno studio presentato pochi giorni fa a Barcellona al Congresso europeo sull'AIDS".



È piuttosto la popolazione italiana, sottolinea la Lila, ad avere un rapporto problematico con il test dell'Hiv: è quanto emerge dal Rapporto 2015 dei centralini telefonici LILA. Il 20,62% delle 5703 persone che hanno chiamato la Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids tra il 30 settembre 2014 e il 30 settembre 2015 non avevano mai fatto l'esame dell'Hiv, una percentuale che sale al 36% nella popolazione generale. "Fare il test rappresenta un problema per sempre più persone - commenta il presidente della LILA Massimo Oldrini - si tratta di un dato che va di pari passo con il fatto che in Italia oltre il 50% delle persone scopre di avere contratto l'Hiv in una fase molto avanzata dell'infezione".



Anche nel resto del mondo il problema Aids è lontano dall'essere risolto, nonostante molti risultati positivi negli ultimi anni. L'Ecdc pochi giorni fa ha sottolineato che non ci sono mai state così tante nuove infezioni in Europa cone nel 2014, e anche in Africa, sottolinea Msf, ancora c'è molto da fare. "Secondo il rapporto UNAIDS diffuso pochi giorni fa, il numero di persone in trattamento antiretrovirale è aumentato di 2,2 milioni rispetto all'anno precedente - dichiara Stella Egidi, responsabile medico di MSF - ma gli obiettivi ambiziosi fissati a livello globale - come la fine dell'epidemia entro il 2030 - richiedono il superamento di diversi ostacoli che impediscono ancora a troppe persone di accedere alle cure o seguire il trattamento in maniera adeguata e continuativa".

 

 

fonte: ansa

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