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Osteoporosi: fin da scuola media rischio perdita 3% massa ossea

Pediatria Redazione DottNet | 12/01/2009 10:56

"I nostri ragazzi si alimentano malissimo, non fanno più sport e vivono chiusi in casa davanti alla playstation o alla tv. Il risultato è che escono dalle scuole medie non solo tendenzialmente obesi, ma anche con uno scheletro per lo più indebolito, pronti per arrivare ai 30 anni con un 15% in meno di massa ossea rispetto a quella ideale e dunque predisposti all'osteoporosi. E i più a rischio sono i maschi".

E' l'allarme lanciato da Domenico Maugeri, associato di Geriatria all'università di Catania e direttore del centro di Prevenzione e cura dell'osteoporosi nell'Azienda ospedaliera Cannizzaro.
Nel corso di un recente controllo su circa 150 ragazzi fra gli 11 e i 14 anni - informa una nota - l'equipe dell'esperto ha infatti rilevato una perdita di massa ossea del 2-3%, confrontando i valori del 2008 con quelli ottenuti nel 2003 su ragazzi con le stesse caratteristiche antropometriche. "L'esito di questo confronto - spiega Maugeri - ci dice che lo scheletro dei nostri figli si sta indebolendo, perché a scuola e a casa nessuno insegna loro come ci si alimenta e come si deve vivere per tener lontana l'osteoporosi. La nostra inchiesta lascia pensare che i giovani di oggi rischiano di arrivare già a 30 anni con un deficit di almeno il 15% della massa ossea ideale e a 60 con un piede nell'osteoporosi".

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In questa situazione, aggiunge Maugeri, gli uomini sono più a rischio delle donne, perché 'allergici' alla prevenzione: le donne ormai sanno che la menopausa porta con sé anche una perdita di tessuto osseo, ma i loro partner non hanno alcun traguardo fisiologico che li avverta. Di solito se ne accorgono quando si rompono una vertebra o una gamba. E a quel punto inizia il dramma. "Problemi psicologi legati a questioni di ruolo - dice l'esperto - perché l'uomo non accetta la malattia. Al contrario della donna, si chiude in se stesso e si deprime. E finisce per avere minori capacità di curarsi e di resistere. Lo confermano le cifre: per fratture di femore, dopo un anno, muoiono il 18% delle donne, ma oltre il 30% degli uomini, cioè quasi il doppio".
 

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