Canali Minisiti ECM

L’esperienza SDO-ARCA dell’Ospedale S. Maria delle Croci di Ravenna

Pneumologia Redazione DottNet | 06/04/2016 17:57

L’intervista alla Dott.ssa Cipollini ha evidenziato potenzialità e spunti operativi di SDO-ARCA nella gestione dei pazienti con BPCO.

Secondo la sua esperienza clinica, qual è l’impatto della BPCO sulla vita del paziente e quali sono i punti critici della gestione del paziente affetto da BPCO?

La BPCO è una patologia cronica e in alcuni casi invalidante, in quanto può limitare le attività della vita quotidiana e nel periodo invernale dare luogo a diverse riacutizzazioni che possono determinare il ricovero del paziente. Inoltre, nei casi più gravi è necessario effettuare un’ossigenoterapia continuativa che limita enormemente il grado di autonomia del paziente. La necessità di una terapia farmacologica, spesso con più farmaci, può rappresentare un elemento di criticità nella compliance e questo può influenzare negativamente la stabilizzazione della patologia.

pubblicità

L’aderenza terapeutica può influenzare la prognosi e le riacutizzazioni di BPCO e in che misura?

L’aderenza alla terapia è fondamentale. Infatti, se il paziente non esegue la terapia domiciliare con inalatori, che è indicata in questi casi, oppure non rispetta l’astensione dal fumo si può verificare un aumento delle riacutizzazioni, un peggioramento della sintomatologia ed una progressione di gravità sulla base della classificazione GOLD.

La piattaforma SDO-ARCA, potrebbe favorire l’aderenza alla terapia e migliorare la gestione del paziente affetto da BPCO secondo il suo parere?

Per il paziente è sicuramente importante soprattutto per quanto riguarda l’aderenza alla terapia avere un punto di riferimento, con uno specialista che si fa carico della gestione della malattia in tutti i suoi aspetti, non ultimi quelli di carattere psicologico. In questo percorso la piattaforma può avere un impatto favorevole.

Crede che l’utilizzo della piattaforma SDO-ARCA potrebbe essere utile allo specialista e agevolarlo nella pratica clinica?

Sì, perché è molto utile avere a disposizione la storia clinica del paziente ad ogni controllo e conoscere il programma diagnostico-terapeutico, i risultati degli esami e le relative tempistiche di esecuzione.

La sezione di follow-up, presente nella scheda di dimissione ospedaliera di SDO-ARCA, potrebbe migliorare il monitoraggio del paziente?

Se il paziente aderisce in modo congruo al follow-up sicuramente sì. In ogni caso, non essendo la struttura a cui appartengo un centro con attività di reminder non ho dati a sufficienza per poter fornire un giudizio completo ed oggettivo su questo aspetto.

Cosa consiglia ai colleghi che, come lei, partecipano al progetto SDO-ARCA per ottimizzare l’arruolamento dei pazienti?

In termini pratici, per ottimizzare l’arruolamento consiglio di informare tutti i membri dello staff clinico, anche attraverso l’invio di una mail, in merito all’obiettivo dello studio e alle caratteristiche del paziente da arruolare selezionando preferenzialmente individui motivati ad aderire al programma di follow-up. Un aspetto sicuramente importante riguarda la compilazione della SDO che deve essere effettuata all’atto della dimissione e proprio in relazione a questo aspetto, il lavoro e la partecipazione dell’ equipe è importante.

Che impatto potrebbe avere lo studio di FADOI sulla gestione del paziente con BPCO a suo parere?

L’impatto potrebbe essere positivo in particolare per quanto riguarda gli episodi di riacutizzazioni. Ritengo inoltre che alcuni aspetti della sezione di follow-up potrebbero essere ulteriormente approfonditi e dettagliati permettendo un’ulteriore ottimizzazione della piattaforma.

Fonte:

Intervista alla Dott.ssa Maria Luigia Cipollini, Dirigente Medico della UOC di Medicina Interna dell’Ospedale S. Maria delle Croci di Ravenna

Commenti

I Correlati

Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie

Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen

I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali

Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri

Ti potrebbero interessare

Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie

Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen

I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali

Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri

Ultime News

Più letti