Si rischiano ricadute anche pesanti sulla sicurezza dei pazienti e, in determinati casi, limitazioni indesiderate alla “portabilità” nazionale della ricetta paperless.
Le Regioni non optino a cuor leggero per l’abrogazione del promemoria che accompagna la ricetta digitale. Perché si rischiano ricadute anche pesanti sulla sicurezza dei pazienti e, in determinati casi, limitazioni indesiderate alla “portabilità” nazionale della ricetta paperless. E’ quanto scrive Federfarma nazionale in un documento illustrato l’altro ieri dal sindacato titolari del Veneto in un incontro con la Regione. Sul tavolo, la sperimentazione che l’assessorato alla Salute vorrebbe avviare da luglio per eliminare il promemoria e rendere completamente “paperless” la ricetta dematerializzata. L’idea, in particolare, è che a sostituire la “ricevuta” cartacea sia il Fascicolo sanitario elettronico (Fse) del paziente, in Veneto già operativo nell’ambito del sistema informativo regionale. All’assistito basterà recarsi in farmacia e comunicare il numero della propria tessera sanitaria o il codice fiscale; grazie all’una o all’altro, il farmacista accederà al Fascicolo e consulterà lo “storico” delle ricette fino a trovare quella con il farmaco di cui si ha bisogno.
Questo, almeno, è ciò che sulla carta dovrebbero sperimentare le farmacie del territorio a partire da luglio. A tale scopo, Federfarma Veneto e Regione hanno avviato un confronto per definire i dettagli operativi ed è proprio in questa cornice che arriva il documento della Federazione nazionale. Nel quale il sindacato ribadisce le proprie perplessità per interventi che potrebbero azzardare accelerazioni nella dematerializzazione. Le stesse perplessità che, in passato, erano state espresse quando Provincia autonoma di Trento ed Emilia Romagna avevano fatto la stessa scelta e rinunciato al promemoria.
I dubbi della Federazione, in particolare, riguardano soprattutto le ricadute sui cittadini. Per cominciare, privare l’assistito di ogni registrazione scritta sulla terapia – cadenza, dosaggi, nomi dei farmaci – rischia di pregiudicare l’aderenza alle cure, soprattutto nel caso di anziani in politerapia (che potrebbero perfino scordarsi di tornare in farmacia per rinnovare i medicinali).
fonte: federfarma
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