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Stipendi, azzerati tutti gli aumenti. Tagliati 11 miliardi

Sanità pubblica Redazione DottNet | 19/04/2016 21:07

C.Conti, rivedere l'accesso ai servizi,anche in sanità. Ipotizzare l'aumento dei prezzi, più bassi di media Ue

La sanità soffre su tutti i fronti. Anche sugli stipendi del personale – medico e non – che ha subito una sforbiciata non indifferente. Il presidente della Corte dei Conti Squitieri in audizione sul Def, davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato ha fatto notare che la spesa per redditi da lavoro dipendente “nel 2015 ha registrato una flessione dell’1,1 per cento a fronte di una previsione contenuta nella Nota che ipotizzava un incremento dello 0,6 per cento. In valori assoluti la spesa è risultata pari a 161,7 miliardi con una diminuzione di circa 1,9 miliardi rispetto al 2014. Si conferma, dunque, il trend della spesa per redditi da lavoro dipendente che nel periodo 2010-2015, cioè negli anni di vigenza delle misure restrittive attivate per fronteggiare gli effetti della crisi economica, ha registrato una diminuzione complessiva di oltre 11 miliardi, pari a poco più del 6 per cento”.



Risultato? “Per effetto della dinamica descritta, la spesa 2015 viene a posizionarsi su valori di poco superiori a quelli raggiunti nel 2006, azzerando gli incrementi dovuti a due successive tornate contrattuali (2006-2007 e 2008-2009)”.

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Per quanto riguarda il 2016 la Corte mette in risalto come “la spesa per redditi è stimata in crescita, nel quadro tendenziale, di 2,2 miliardi (+1,4 per cento). A fronte del permanere degli effetti delle misure riduttive del turn over, ulteriormente inasprite dalla legge di stabilità per il 2016, tale previsione sconta, in primo luogo, le somme necessarie al rinnovo dei contratti collettivi (300 milioni). Sono altresì considerati gli effetti finanziari derivanti dalla attuazione del cosiddetto Piano per la buona scuola previsto, al quale sono ascritti per il 2016 e per l’anno successivo, effetti finanziari in termini di maggior spesa netta di 1,5 miliardi. Nella spesa per redditi del 2016 viene, infine conteggiato l’importo del bonus straordinario in favore del personale del Comparto sicurezza e difesa (Corpi di Polizia, Forze Armate e Vigili del fuoco)".


 
Ma la Corte segnala che “proprio il venir meno delle citate misure temporanee determina, per i due anni successivi, la ripresa del trend in diminuzione della spesa per redditi, per un importo peraltro, meno significativo nel 2018. Il quadro a politiche invariate conferma l’importo delle risorse stanziate nella legge di stabilità per il 2016 per i rinnovi dei contratti collettivi per il personale a carico del bilancio dello Stato, relativamente al triennio 2016- 2018. Per il successivo triennio il costo dei rinnovi sulla base di un’ipotesi tecnica determina, nel quadro tendenziale, un incremento della spesa di personale di 600 milioni”.

 

 

"I prezzi di molti servizi offerti in Italia sono inferiori" alle maggiori economie europee. Per questo, secondo la Corte dei Conti, "in una fase storica di difficoltà per le finanze pubbliche" la "tendenza all'aumento" dei prezzi appare una opzione da considerare, anche adottando politiche di selezione delle condizioni di accesso, per evitare effetti regressivi indesiderati. Anche in sanità, sottolinea il presidente Squitieri in audizione sul Def, "non si può più prescindere dal rendere più appropriato e mirato l'accesso alle prestazioni"

 

 

"Anche in sanità - ha precisato Squitieri - per salvaguardare il sistema pubblico che offre in media servizi di alta qualità e per rimuovere distorsioni evidenti, non si può prescindere dal rendere più appropriato e mirato l'accesso alle prestazioni, potendo contare oggi sulle crescenti potenzialità dei sistemi informativi". La Corte si è soffermata anche sulla spesa sanitaria, osservando che, nonostante i tagli previsti anche dall'ultima legge di Stabilità, le nuove previsioni del Def indicano "una spesa in crescita di un decimo di punto in termini di Pil, mentre i valori previsti per il successivo triennio si mantengono sui livelli antecedenti alle misure correttive approvate tra aprile 2015 e marzo 2016".

 

Il documento però "non specifica quanto di tale andamento sia imputabile alle difficoltà di attuazione delle misure" di spending review "le cui fasi attuative accusano un qualche ritardo; quanto rappresenti lo sviluppo delle maggiori spese che si sono prodotte nel 2015; o quanto, infine, sia riconducibile alle difficoltà di strumenti (pay back e ticket) che negli anni passati hanno contribuito in misura significativa ai risultati ottenuti". Si tratta però di una analisi "indispensabile per poter riorientare le scelte" degli strumenti per la gestione della spesa sanitaria. "L'allentamento degli obiettivi di spesa previsti per il settore (che non modifica tuttavia un quadro particolarmente stringente, con il calo al 6,5 per cento del Pil nel 2018) e la individuazione delle risorse su cui può contare il sistema sanitario per il prossimo biennio" concordati nell'Intesa Stato-Regioni di febbraio "possono consentire di affrontare, entro un quadro meno stringente, gli interventi da assumere per rispondere alle esigenze di mantenimento della qualità del servizio evidenziate negli ultimi anni e di portare a termine le importanti innovazioni previste nel Patto della salute del 2014. Elementi che, se non risolti, rischiano di alimentare nuovi squilibri e di incidere negativamente sulle aspettative della popolazione".

 

 

fonte: Corte conti

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