Il presidente dell'Inps in un'intervista a Dottnet anticipa le prossime novità dell'Ente che coinvolgeranno medici e ricercatori. Intanto 1/3 delle cause di invalidità deriva dai tumori. Il problema è in crescita continua
''Ci candidiamo a centralizzare gli accertamenti in oncologia e, in generale, per le visite: già lo stiamo facendo in alcune regioni, dove è l'Inps direttamente a fare tutti gli accertamenti quando vengono fatte le domande per prestazioni di disabilità e vorremmo diventare riferimento a livello nazionale, perchè questo ridurrebbe i tempi e renderebbe più efficiente i sistema''. Lo afferma il presidente dell'Inps, Tito Boeri, a Dottnet (clicca qui per la video intervista) intervenendo alla presentazione dell'VIII Rapporto Favo sulla condizione assistenziale dei malati oncologici.
Nell'intervista Boeri annuncia anche ''la chiusura di una procedura concorsuale per 900 posizioni di medici a contratto presso l'Inps e stiamo andando nella direzione di istituire un ruolo unico del medico presso l'Inps''.
Boeri, tornando all'oncologia, precisa che le neoplasie costituiscono oltre 1/3 delle cause di invalidità e inabilità, in crescita continua e con un incremento più evidente negli ultimi 5 anni e nel sesso femminile (per tumore alla mammella).
E' interessata prevalentemente la fascia di età 41-60 anni. Quanto alla distribuzione regionale, emerge una prevalenza come causa invalidante nelle regioni del centro-nord. L'analisi dei dati 2012 ha però mostrato che 4 regioni si collocano, per incidenza globale delle istanze per malattia neoplastica, ben oltre la media nazionale (202 per 100mila abitanti): sono Molise (465 per 100mila abitanti, +130%), Calabria (+73%), Umbria (+72%) e Friuli Venezia Giulia (+51%). Le neoplasie uro-genitali sono la principale causa di invalidità in entrambi i sessi.
Una risposta fondamentale, conclude Boeri, ''è correlare gli interventi in tema di tutela della salute a quelli a tutela della disabilità e di ipotizzare una specifica legislazione di tutela globale in presenza di una patologia, come quella oncologica, di così grande rilevanza sociale''.
Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile
L’integrazione, in Enpam, è curata dal Servizio Trattamento Giuridico e Fiscale delle Prestazioni, dell’Area della Previdenza.
Il cedolino è già disponibile, mentre i pagamenti partiranno a inizio mese
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