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Eurostat, in Italia il 33% delle morti evitabili con le giuste cure

Sanità pubblica Redazione DottNet | 25/05/2016 12:03

Lorenzin e Ricciardi (Iss), le nostre performance sono migliori della media Ue

In Italia il 33% delle morti sarebbero evitabili con le giuste cure. La stima arriva dall'Ufficio Statistico dell'Unione Europea Eurostat, che classifica la Romania come 'maglia nera' dell'Ue con il 49,4% dei decessi evitabili. Pronta la replica del ministro della Salute Beatrice Lorenzin e del presidente dell'Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi, che precisano come i dati indichino che il nostro Paese ''ha performance migliori della media europea'', anche se c'è un ''dato negativo su cui è indispensabile riflettere: l'aumento della mortalità evitabile da patologie infettive, peraltro condiviso a livello Ue''.

Secondo Eurostat, nell'Ue 1,7 mln di persone di un'età inferiore ai 75 anni sono morte nel 2013: 577.500 di questi decessi, ovvero il 33,7%, si sarebbero potute evitare con cure sanitarie ottimali, viste le conoscenze e le tecnologie mediche.

Le quote più alte dei decessi evitabili in Ue si sono registrate in Romania e in Lettonia, rispettivamente 49,4% e 48,5%, seguite da Lituania 45,4% e Slovacchia 44,6%. All'opposto, la Francia ha il tasso più basso 23,8%, seguono Danimarca 27,1%, Belgio 27,5% e Olanda 29,1%.

L'Italia è al 33%. Sempre secondo il rapporto, destinato ad essere usato in un contesto globale di misurazione dell'efficacia del sistema sanitario, 184.800 decessi (sul totale dei 577.500) sono avvenuti per crisi cardiache, mentre 94.000 per accidenti vascolari cerebrali, ovvero circa il 48% del totale delle morti evitabili. Il 12% dei decessi sono stati causati dal cancro al colon, il 9% per quello al seno, il 5% per malattie legate all'ipertensione e il 4% per polmoniti.

Un quadro che tuttavia, rileva Lorenzin, evidenzia come le performance italiane rimangano comunque sopra la media Ue, anche se ''è chiaro che questo risultato va migliorato''. Negli ultimi tre anni, rileva il ministro, ''abbiamo incentivato investimenti in prevenzione, che devono continuare a crescere, e l'approvazione dei nuovi Lea fornirà uno strumento fondamentale per la riduzione della mortalità evitabile''. Altro punto è la disomogeneità tra le regioni: ''Abbiamo lavorato sulla appropriatezza organizzativa e professionale, che mette al centro strategie diagnostiche che devono trovare attuazione in tutte le Regioni italiane, anche in quelle che oggi fanno fatica ad adeguarsi ai moderni standard organizzativi''.

Oggi, ad ogni modo, per quanto riguarda le mortalità evitabile, osserva il ministro, ''le statistiche ci pongono a livello della Germania e in posizioni migliori di sistemi evoluti come la Gran Bretagna o la Svezia, ma l'Italia, con il suo sistema universalistico riconosciuto tra i migliori del mondo, deve puntare a essere primo anche in questa statistica''. L'unico dato ''negativo su cui è indispensabile riflettere è l'aumento della mortalità evitabile da patologie infettive, peraltro condiviso a livello europeo. Questo dato - conclude Lorenzin - riscontra la caduta delle coperture vaccinali e la diffusione della antimicrobico-resistenza''. L'Italia, conferma Ricciardi, ''ha performance migliori della media europea e anche di altri servizi sanitari come quelli di Gran Bretagna e Svezia e il lavoro avviato nei passati 3 anni è focalizzato su un ulteriore miglioramento di queste performance attraverso l'appropriatezza organizzativa e professionale''.

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fonte: eurostat

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