L'omozigosi di specifici geni può avere un ruolo nella prediposizione al cancro? A sollevare la questione alcuni ricercatori americani che, sulle pagine del Jama, ipotizzano come l'omozigosi, condizione genetica caratterizzata dalla presenza di due copie identiche dello stesso gene, ciascuna ereditata da un genitore, sia implicata in un alto rischio di ammalarsi di tumore.
"La condizione di omozigosi - spiegano gli autori dello studio - è comune negli esseri umani e diversi studi hanno mostrato che esistono anche tratti molto estesi di omozigosi. Anche i geni suscettibili al tumore sono numerosi nel genoma. Questi due fattori, se presenti insieme, aumentano la probabilità che i geni identici siano presenti nel sito di un gene a rischio tumorale. Si è potuto quindi ipotizzare che un'omozigosi della linea germinale nel locus (la posizione di un gene nel cromosoma) possa contribuire alla predisposizione oncologica". In ricerche precedenti, gli autori hanno osservato nei pazienti con tumore rispetto ai controlli una bassa frequenza di cellule germinali eterozigoti (germinali sono le cellule che contengono materiale genetico che può passare alla progenie, mentre l'eterozigote, al contrario dell'omozigote, possiede due forme differenti di un gene, ciascuno ereditato da un genitore).
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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