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Oggi si può preservare la fertilità nei pazienti oncologici

Oncologia Redazione DottNet | 19/07/2016 16:01

Serve una struttura di riferimento in ogni Regione, per garantire una consulenza specialistica entro 48 ore e preservare la fertilità nei giovani pazienti oncologici.

Lo scorso 12 luglio sono state presentate le Raccomandazioni sull’Oncofertilità, nel documento “Tumori: la fertilità è preservata solo nel 10% dei pazienti under 40. La rete dei centri per garantire l’accesso alle tecniche migliori”. Le raccomandazioni sono state firmate dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dalla Società Italiana di Endocrinologia (SIE), dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetrica (SIGO).

In Italia, ogni anno, 8.000 giovani si ammalano di cancro. Tuttavia meno del 10% delle donne che hanno avuto una diagnosi di tumore accede a una delle tecniche di preservazione della fertilità. La situazione è leggermente migliori fra gli uomini. Nel nostro Paese esistono 178 centri di Procreazione Medicalmente Assistita attivi nella crioconservazione dei gameti, ossia il loro congelamento e conservazione a temperature bassissime. Numero che appare insufficiente se paragonato alle 319 Oncologie distribuite sul territorio.

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«Il desiderio di diventare genitori dopo la malattia è stato per troppo tempo sottovalutato» sostiene con fermezza il prof. Paolo Scollo, presidente SIGO. «Oggi è possibile preservare la fertilità nei giovani pazienti»dichiara Scollo in una videointervista per DottNet, ma la tempestività è essenziale per ottenere successo. Per questo motivo servono centri di riferimento distribuiti sull'intero territorio nazionale, in cui siano presenti team multidisciplinari composti da ginecologi, senologi, andrologi, biologi e psicologi.

Secondo il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM, la rete di vari specialisti, con esperienza nella gestione di pazienti in età fertile, rappresenta un grande vantaggio per i cittadini «perché, dal momento in cui al paziente viene diagnosticata una neoplasia, l’oncologo sarà in grado di metterlo direttamente in contatto con il centro pubblico di riferimento per procedere».

Nei soggetti al di sotto dei 40 anni – come ha ribadito Giuseppe Procopio, Consigliere AIOM, ai nostri microfoni – la crioconservazione dei gameti è una necessità e andrebbe praticata prima di intraprendere alcuni trattamenti che potrebbero compromettere la capacità di procreare.

«Il futuro è già cominciato» annuncia il presidente della SIE Andrea Lenzi nella videointervista concessa a DottNet. Per questa ragione le Raccomandazioni sull’Oncofertilità si pongono l’obiettivo concreto di instaurare un confronto tra istituzioni e le società scientifiche, attraverso il quale programmare il numero, le caratteristiche e le attività dei centri di riferimento per l’oncofertilità.

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