I medici della regione hanno stilato una sorta di regolamento inviato anche al ministro
Riprende la “guerra” medici contro infermieri con le ambulanze come pietra della discordia. A scendere in campo sono gli Ordini dell'Emilia Romagna che hanno stilato una sorta di regolamento (clicca qui per scaricare il testo completo) che comincia col definire il “mezzo di soccorso avanzato”. Che può riferirsi soltanto alle ambulanze con a bordo il medico che devono rispettare gli standard fissati a livello ministeriale sulle dotazioni di personale per ogni tipologia di mezzo di soccorso.
La presenza del medico va sempre garantita per evitare, con il mancato rispetto degli standard previsti dal Dm 70 del 2015, «l’insorgere di stati di necessità con cui talvolta si tende a giustificare l’attribuzione di atti medici a personale infermieristico». Ancora: vanno chiaramente indicati gli eventi che attivano l’intervento da solo di un paziente critico. Poi: regole d’ingaggio certe e preventivamente fissate, dei mezzi di soccorso con infermiere e di quelli di soccorso con medico a bordo. In ogni caso, «non si può stabilire che su un evento critico possano intervenire indifferentemente un mezzo con infermiere o un mezzo con medico e infermiere, perché entrambi sono definiti avanzati e “fanno le stesse cose”».
L'obiettivo di questa levata di scudi sulle competenze tra medici e infermieri dell’emergenza territoriale è di «sottolineare la difficile situazione in cui si vengono a trovare i medici quando sono posti nella oggettiva impossibilità di rispettare leggi, disposizioni di servizio e norme deontologiche non coincidenti». Destinatari della missiva sono la ministra della Salute Beatrice Lorenzin, l’assessore alla Salute della Regione Sergio Venturi, i presidenti delle commissioni parlamentari competenti De Biasi e Marazziti, la presidente Fnomceo Roberta Chersevani e e tutti gli Omceo provinciali.
A loro i camici bianchi emiliano romagnoli manifestano le proprie preoccupazioni, pure se in uno spirito collaborativo e di apprezzamento per una parte delle scelte contenute nella delibera della Giunta. Poche, per la verità, come il no alla «somministrazione autonoma da parte dell’infermiere di farmaci anestesiologici a prescrizione medica limitativa (Fentanest) e la sedazione e intibazione oro-tracheale senza contatto preventivo con il medico». Nel documento “Osservazioni in merito alle Linee guida ed agli Algoritmi infermieristici avanzati predisposti sulla base della Gpg 582/2016 per la armonizzazione dei protocolli avanzati di impiego di personale infermieristico adottati ai sensi dell'art. 10 D.P.R. 27 marzo 1992 per lo svolgimento del Servizio di Emergenza Sanitaria Territoriale 118”, la Federazione degli Omceo provinciali sottolinea soprattutto criticità.
Oltre a quelle già ricordate, la effettiva possibilità di contatto e di scambio tra l’infermiere che sta assistendo il paziente critico e il medico e, altro punto da chiarire, «la discrezionalità delle decisioni presente negli algoritmi infermieristici». Quarto e quinto aspetto che desta perplessità e preoccupazione tra i dottori, la mancata chiarezza rispetto a un assunto che gli Omceo E-R considerano essenziale: che dinanzi a ogni malato critico o potenzialmente tale debba essere attivato fisicamente in loco l’intervento medico. Quinto e ultimo punto critico, il warning rispetto a tre azioni che richiedono la presenza dei laureati in Medicina e Chirurgia: no alla somministrazione del Midazolam da parte degli infermieri; limitare la eventuale somministrazione di farmaci da parte del nursing al criterio di salvaguardia delle funzioni vitali; valutazione medica nella somministrazione di terapia del dolore con stupefacenti iniettivi.
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