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Nuova polemica sul ministero della Salute per un dirigente a Bruxelles

Sanità pubblica Redazione DottNet | 12/10/2016 13:20

Pasqualino Rossi assolto per prescrizione in un caso di corruzione

Scoppia una nuova bufera sul Ministero della Salute: sotto i riflettori il dirigente Pasqualino Rossi, attualmente alla Rappresentanza permanente dell'Italia presso l'Unione Europea e già coinvolto in un caso di presunta corruzione con il mondo della farmaceutica per il quale il procedimento penale nei suoi confronti si è però concluso con l'assoluzione per prescrizione.

Il caso del dirigente, trattato dalla trasmissione Report, ha portato ad una dura presa di posizione di Idv, Sinistra Italiana e M5S. Da parte sua, il ministero replica affermando che Rossi è stato assolto, e ''in caso di proscioglimento per prescrizione del reato continua a vigere il principio della presunzione di innocenza''.

Il ministro ''faccia chiarezza sui criteri di selezione dello staff del ministero: dove sono onestà, competenza e meritocrazia?'', affermano i senatori Idv Alessandra Bencini e Maurizio Romani, vicepresidente della Commissione Sanità. La ricostruzione dell'inchiesta televisiva, rilevano, ''fa emergere la figura di un funzionario pubblico con pesanti vicende giudiziarie alle spalle risalenti a quando era dirigente all'Agenzia italiana del farmaco. Il Tribunale di Roma, nel settembre 2015, senza arrivare al giudizio di primo grado, emise a suo carico la sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di tutti gli imputati in un processo che lo vedeva coinvolto per aver passato informazioni riservate agli informatori farmaceutici e aver agevolato le pratiche per l'approvazione di farmaci in commercio''.

Lorenzin e i suoi direttori generali, proseguono i senatori, ''hanno dichiarato che, al momento della scelta, non conoscevano la sua storia. Ma come è possibile non effettuare alcun controllo e verifica su coloro che sono candidati ad assumere determinati ruoli e funzioni?''. Il ministro ''rimuova il rappresentante italiano a Bruxelles in tema di sicurezza alimentare'', chiede Sinistra italiana: ''Cara ministra - afferma la deputata Marisa Nicchi - ritiene sia opportuno che a rappresentarci in Europa sia un dirigente con un passato così?''. Anche M5S presenta un'interrogazione e chiede ''risposte chiare e definitive. Risposte necessarie affinché non rimanga nell'opinione pubblica la sensazione che questo dirigente del ministero, in virtù delle ottime relazioni intrattenute in passato con le lobby del farmaco, di cui avrebbe tutelato gli interessi, sia stato addirittura promosso e trasferito a Bruxelles. Vale a dire, quella che è la capitale del lobbysmo europeo''.

Netta la replica del ministero: il procedimento penale a carico di Rossi ''si è concluso con l'assoluzione per prescrizione. Nel nostro Ordinamento costituzionale, in caso di proscioglimento per prescrizione del reato, continua a vigere il principio della presunzione di innocenza''. Ed ancora: ''Di fronte a una sentenza di non luogo a procedere per prescrizione il soggetto prosciolto, anche se dipendente pubblico non può ritenersi colpevole di alcunché e, pertanto - precisa il dicastero - la legge non attribuisce alcuna potestà al datore di lavoro pubblico (né tanto meno al ministro) di discriminarlo nell'attribuzione di incarichi o uffici pubblici''. 

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