Ancora poche le strutture in grado di fornire cure palliative
"Troppe le criticità nella cura del dolore nel nostro Paese. La legge 38 del 2010 ha deluso le aspettative di chi riteneva che bastasse sancire il diritto a essere curati dal dolore e nelle fasi finali della vita con l'accesso alle cure palliative". Lo ha detto Domenico Gioffrè in apertura del convegno di Pisa al quale prendono parte i più noti esperti italiani di Terapia del dolore.
"Se chiedete - ha proseguito Gioffrè - al responsabile di un centro specialistico Hub per la cura del dolore complesso, cosa è cambiato in questi anni, vi risponderà poco rispetto a ciò che facevano prima che venisse approvata una legge specifica sul dolore.
L'Italia, è emerso nel convegno, "è agli ultimi posti nell'impiego di oppioidi efficaci nella cura del dolore severo e la spesa per questi farmaci analgesici è inferiore di quattro volte rispetto ai farmaci anti-infiammatori non steroidei: la spesa pro capite di oppioidi in Italia è pari a 1,6 euro, mentre la media europea è di quasi 5 euro e in Germania è di circa 10 euro".
Secondo il rapporto Osmed le dosi medie giornaliere di oppioidi maggiori e minori in crescita dopo la legge 38, a partire dal 2015 hanno subito una battuta di arresto. Il dato è confermato dall'estrema variabilità regionale. Alcune regioni che negli anni passati erano più virtuose ora fanno registrare addirittura un segno negativo. La legge 38, hanno affermato gli esperti, "è ancora in estremo ritardo nei suoi provvedimenti applicativi: poche le reti di Terapia del dolore e delle cure palliative, solo 6 regioni hanno dato luogo alla concreta realizzazione di un'equipe regionale dedicata alle cure palliative pediatriche e alla gestione del dolore nel bambino". La legge, ha concluso Gioffrè, "prevedeva interventi di aggiornamento degli ordinamenti didattici universitari: la vera svolta è intervenire nei corsi di laurea in Medicina e Infermieristica e delle altre professioni sanitarie per inserire attività curricolari obbligatorie di medicina del dolore e cure Palliative integrate con attività didattiche di sensibilizzazione etica indirizzate a imprimere nella mentalità dei curanti, non solo le finalità della guarigione, ma anche quelle del 'curare' quando dalle malattie non si può più guarire".
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