
Negli over 60 pressione massima sotto i 150
Arrivano dagli Usa nuove linee guida per la pressione arteriosa redatte dall’American College of Physicians (ACP) e dall’American Academy of Family Physicians (AAFP): obiettivo è di puntare ad un valore della pressione arteriosa sistolica, o pressione massima, sotto i 150 mmHg negli adulti sopra i 60 anni per ridurre i rischi di ictus, eventi cardiaci e morte. L’orientamento delle linee guida raccomanda fortemente di iniziare un trattamento farmacologico nelle persone anziane con persistente pressione sistolica uguale o superiore a 150 mmHg.
"Diversi studi hanno dimostrato che trattare l’ipertensione nei soggetti più anziani,quando la sistolica è leggermente superiore alla norma, riduce la mortalità, l’ictus e gli eventi cardiaci – dice Nitin Damle, presidente dell’ACP – qualsiasi ulteriore vantaggio derivante dal controllo pressorio più aggressivo è veramente minimo.
Inoltre, le linee guida raccomandano ai medici di iniziare o intensificare la terapia antipertensiva negli adulti sopra i 60 anni con storia di ictus o di attacco ischemico transitorio per raggiungere l’obiettivo di una pressione sistolica inferiore a 140 mmHg al fine di ridurre il rischio di recidive dell’ictus. Infine, l’ultima raccomandazione ai medici è di prendere in considerazione di iniziare o intensificare il trattamento farmacologico in alcuni over 60 ad alto rischio cardiovascolare sulla base di una valutazione individuale per raggiungere una pressione sistolica inferiore a 140 mmHG e ridurre gli eventi cerebrali e cardiaci. Le linee guida consigliano anche ai medici di discutere con i pazienti periodicamente sui benefici e sui danni legati ai valori di pressione sanguigna, così da selezionare gli obiettivi del trattamento. Inoltre i medici sono invitati a prendere in considerazione anche i farmaci generici che hanno costi ridotti, simile efficiacia e favoriscono l’aderenza del paziente. Il documento allerta anche i medici sul fenomeno dell’ipertensione da camice bianco e raccomanda di misurare accuratamente la pressione prima di iniziare o modificare il trattamento antipertensivo.
Secondo i redattori delle linee guida bisogna implementare la prevenzione con diverse strategie: sostenere la misurazione della pressione sanguigna in ambulatorio e a casa; valutazione routinaria del rischio cardiovascolare globale in tutti i pazienti dopo i 40 anni,selezionando i pazienti più giovani che hanno fattori di rischio multipli o singoli fattori di rischio importanti; formazione; creazione di registri per i pazienti trattati; utilizzo di follow up per i pazienti con ipertensione da moderata a severa per monitorare l’efficacia delle terapie e i potenziali effetti collaterali. Questi programmi si associano a grandi miglioramenti sia nel controllo della pressione arteriosa sia nella riduzione della mortalità e morbilità correlate all’ipertennsione, in particolare nei pazienti adulti avanti con gli anni.
Fonte: Annals of Internal Medicine
"Idratarsi e fare attenzione ai segnali d'allarme"
Gli esperti: “Abbiamo armi terapeutiche efficaci per contrastarli, ma è necessario combattere l’inerzia terapeutica e la scarsa aderenza dei pazienti alle terapie”
Una ricerca guidata dall'I.R.C.C.S. Neuromed, pubblicata su "Immunity", svela questa complessa interazione biologica, inizialmente rivolta a proteggere il cuore, ma che può evolvere verso l'insufficienza cardiaca
Un intervento innovativo frutto della collaborazione del Centro Ipertensione Arteriosa e Malattie Cardiovascolari, diretto dal professor Riccardo Sarzani, con la Radiologia Clinica ed Interventistica guidata dal dottor Enrico Paci
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Commenti