Estratti interi, i San Marzano e i Corbarino hanno effetti protettivi
I pomodori sono uno dei capisaldi della dieta mediterranea. E se quest'ultima ha già vantato numerose proprietà benefiche sulla salute, sarebbero proprio i pomodori una delle nuove 'armi' nella lotta ai tumori, in particolare quello allo stomaco. A sostenerlo è uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Cellular Physiology che ha tra i suoi autori Daniela Barone e Letizia Cito, del gruppo di ricerca diretto da Antonio Giordano al Centro Ricerche Oncologiche Mercogliano (Crom) - Istituto Nazionale Tumori di Napoli. Lo studio, in particolare, si è occupato di un tipo di tumore che è il quarto per diffusione al mondo.
I ricercatori hanno scoperto che gli estratti di due varietà di pomodoro tipiche del Sud Italia, in particolare il San Marzano e il Corbarino, sono in grado di inibire in laboratorio la crescita e le caratteristiche maligne delle cellule di questo cancro. Una scoperta, raccontano i ricercatori, "che apre la strada a studi futuri mirati ad identificare buone abitudini alimentari non solo come strategia di prevenzione antitumorale, ma anche come possibile sostegno alle terapie convenzionali".
Lo sviluppo del cancro allo stomaco è associato sia a cause genetiche che ad infezioni del batterio Helicobacter pylori, tipico di patologie come gastrite e ulcera, ma anche ad abitudini alimentari errate, come l'eccessivo consumo di prodotti affumicati e salati. Gli autori dello studio hanno perciò voluto testare gli effetti di due varietà di pomodoro caratteristiche della Campania, per verificare come influissero sull'aggressività di questo tumore. Fino ad oggi, riportano gli scienziati, "le ricerche scientifiche avevano analizzato soprattutto singoli componenti noti per la loro capacità antiossidante, che permette di contrastare la crescita dei tumori, ma pochi studi hanno analizzato gli effetti dei pomodori nella loro interezza".
Per questo gli autori, in collaborazione con Barbara Nicolaus e Rocco De Prisco del Consiglio Nazionale di Ricerca (CNR) di Pozzuoli, si sono focalizzati sull'utilizzo di estratti interi di pomodoro. "I risultati mostrano che gli estratti di San Marzano e Corbarino sono stati in grado di inibire la crescita e la capacità di replicazione di tre varianti di cellule tumorali gastriche. Il trattamento con tutti gli estratti di pomodoro ha inoltre ostacolato la capacità delle cellule di migrare nell'organismo, ha bloccato la loro replicazione e ne ha anche indotto il 'suicidio' programmato", un processo noto come apoptosi. I risultati dello studio, conclude Antonio Giordano, che è anche direttore dello Sbarro Institute for Molecular Medicine alla Temple University di Philadelphia, "suggeriscono un potenziale utilizzo di alimenti specifici non solo nell'ambito della prevenzione del cancro, ma anche come strategia di supporto alle terapie convenzionali".
Oncologi, tra le priorità individuare la corretta stadiazione
La metodica è stata sviluppata in Cina, dove l’incidenza di questa neoplasia è maggiore rispetto ai Paesi occidentali. In Italia la mancanza di programmi di screening causa ritardi nella diagnosi delle neoplasie gastriche, spesso scoperte a uno stadi
L'epidemiologia sta cambiando: si modifica l'eziologia della malattia, cala la mortalità, in lieve ma costante crescita l'incidenza, si allunga la sopravvivenza
Secondo le Linee Guida Europee la combinazione orale trifluridina/tipiracil di Servier è l’unico trattamento in grado di migliorare la sopravvivenza in terza linea, raccomandandola come standard di cura
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D
Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid
La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno
Commenti