Come distinguere tra tumori alla prostata aggressivi e forme a crescita lenta? Per ora non è affatto semplice, ma in futuro potrebbe bastare un test delle urine alla ricerca di una particolare sostanza, la sarcosina, presente in abbondanza nelle forme tumorali più gravi che tendono a dare metastasi. Ad aprire la strada al nuovo esame è uno studio dell'Università del Michigan, pubblicato su Nature.
I ricercatori hanno esaminato 262 campioni di tessuto, sangue e urina di pazienti con tumori in stadi differenti. Delle oltre 1.000 molecole individuate nei campioni, solo una decina quelle più frequentemente presenti nelle provette dei pazienti con tumori avanzati. L'attenzione si è focalizzata sulla sarcosina, la sostanza rilevata in concentrazione maggiore nei tumori metastatici e pressoché assente nelle cellule sane. Non solo: ulteriori indagini hanno evidenziato che è sufficiente aggiungere questa sostanza a cellule prostatiche sane per farle comportare come cellule tumorali e stimolarne la «mobilità». Osservazione che, a detta dei ricercatori, implica che la sarcosina, oltre ad indicare quanto un tumore è aggressivo, gioca un ruolo anche nella motilità delle cellule, rendendole più «cattive » e in grado di raggiungere altri organi e tessuti.
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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