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Obbligo di bancomat: ecco i costi per il Pos

Professione Redazione DottNet | 07/09/2017 19:17

La norma andrà in vigore il prossimo 30 settembre. Si attende il decreto

Dal 30 settembre scattano le sanzioni per professionisti, negozianti e artigiani che si rifiutano di accettare pagamenti con bancomat e carte di credito. Dottnet ne ha dato notizia lo scorso agosto, precisando che ogni violazione sarà punita con una multa di 30 euro. "Entro settembre prevediamo di firmare il decreto che introduce le prime sanzioni per chi rifiuta un pagamento elettronico" ha fatto sapere il viceministro dell'Economia, Luigi Casero. Già   la Legge di stabilità 2016 prevedeva che esercenti e professionisti dovessero dotarsi di Pos per la lettura delle carte elettroniche e accettassero pagamenti non in contanti a partire dai 5 euro. La bozza attuativa allo studio del decreto attuativo del ministero dell'Economia e di quello dello Sviluppo Economico dovrà dare sostanza a tale obbligo.

A due anni dalla disposizione, l'osservatorio di 'SosTariffe.it' evidenzia come i costi sostenuti dai negozianti siano aumentati notevolmente, in particolare le commissioni, oltre il 19% dal 2015. I costi totali possono arrivare a 6.300 euro annui (oltre il 40% in più rispetto al 2015).

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LE TRANSAZIONI - Le commissioni più alte riguardano l'utilizzo di carte di credito rispetto al Bancomat anche se non di rilievo, circa un punto percentuale: le commissioni addebitate per ogni transazione sono aumentate del 18,5% per gli acquisti con bancomat e del 19,5% per quelli effettuati con altra carta. Dallo studio emerge anche che i costi più elevati sono sostenuti per il Pos fisso piuttosto che per quello mobile.
 

LA TIPOLOGIA - Tra costi fissi, canoni mensili e una tantum per i terminali, commissioni per carte di credito e bancomat, "il mobile payment diventa una vera e propria giungla che può spesso scoraggiare chi vorrebbe fornire un servizio completo al cliente" rileva lo studio. Le proposte sono molto differenziate. Una prima importante differenziazione è nella scelta della tipologia di POS: quello fisso (collegato ad una linea fissa ADSL) o quello mobile (gestibile tramite smartphone).

IL CANONE - Il primo costo analizzato è la spesa una tantum per acquistare il terminale. Secondo lo studio, mediamente per un POS mobile si spendono quasi 61,7 euro mentre per uno tradizionale circa 77. Rispetto al 2017, in media, per acquistare il dispositivo POS si spende il 13,7% in meno rispetto al 2015, ma si tratta dell’unico ribasso rilevato in questo studio. A questo costo va aggiunto il canone mensile per il servizio. In media questo costo si aggira intorno ai 24,1 euro per il POS su linea fissa e 13,7 euro per quello mobile.

LA PERCENTUALE - Rispetto al 2015, dunque, i canoni medi per utilizzare il POS sono aumentati del 10,7% e questo incremento riguarda soprattutto i POS mobili. La spesa maggiore per attivare il pagamento elettronico nel proprio esercizio, tuttavia, si sostiene con la percentuale dovuta su ogni transazione elettronica effettuata.

LE DIFFERENZE - In questo caso i costi variano in base alla tipologia di carta scelta dall’acquirente. Se il cliente infatti pagherà con carta di credito, per ogni transazione il commerciante dovrà versare circa il 2,5% di quanto transato (2,44% con POS mobile e 2,72% con dispositivo fisso). Se invece la carta scelta è un bancomat, l’addebito varia da 1,88% per un POS tradizionale a 1,95% con POS mobile.

L'ANALISI - Per tutte le tipologie di esercizio analizzate le carte di credito risultano mediamente le più costose, mentre accettare pagamenti con il bancomat è più conveniente fino al 29% in base all'attività e al POS scelto (convenienza che nel 2015 era del 41%).

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